andiamo ?

 

 

 

-Andiamo?-
L'uomo si volta e la ragazza distoglie lo sguardo dal libro.
Sdraiata sul letto legge. Il ventre posato sulla coperta ancora accartocciata dopo i loro abbracci di poche ore prima.
I piedi nudi, le gambe sollevate flesse alle ginocchia, i piedi a muoversi ondeggiando sulle caviglie e a disegnare cerchi, e dopo ellissi e otto improbabili, nell'aria.
Dalla finestra l'immagine di parte della facciata della chiesa, sulla piccola piazza. Alberi ai lati e la scalinata e la rampa.
Auto parcheggiate sotto il terrapieno della chiesa.
Rumore di operai che chiudono il cantiere.
Con la voce di chi chiude la fatica e ha voglia di vita e di casa.
-Andiamo?-
Escono nella strada e assaporano con i piedi lo scivolare dell'acqua sotto le suole dopo la pioggia.
Il cielo è del colore della coperta di lana che hanno lasciato scossa nella stanza.
Grigio venato alla luce radente del tramonto di azzurro.
Scivolano nelle strade con passo a quattro piedi, stretti nell'abbraccio a respirare lo scendere della sera col suo sapore dolce.
Colonna sonora di passo cadenzato parallelo, suole sull'asfalto a scendere gemelle, stridio di gomme frusciato d'acqua sulla statale oltre la scalinata e la curva.
Sul letto resta un libro aperto, la copertina grigia in vista e la costa piegata a segnare il punto della sospensione di lettura. Una finestra con la tenda non tirata da cui ora entra quasi solo il buio.
Una coperta che sembra un plastico di monti, colline, gole, anse di fiumane, illuminata dalla luce a taglio del lampione fuori, luce che entra sbieca e calda e che scava ombre e vela di ocra scuro il paese e il paesaggio scolpito nella lana tessuta e scomposta dal loro amore.
-Andiamo?-
E, senza bisogno di parole, loro vanno.
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