Buongiorno notte, buongiorno cielo
 

 



 

  Mi sono perso in cielo. Guardando stelle e chiarori addensati.
Seguendo vie che nessuno ha mai percorso, esplorato. Gli occhi miei erano astronavi, la testa mia correva. I pensieri erano veloci, sicuri come una lama o una luce che tagliano il buio senza farlo sanguinare.

Mi sono perso lì, dove sembra che il cielo si avvolga su se stesso, dove le stelle perdono unità e sembrano precipitare, addensate tra di loro, attirate dal vuoto che celano, nel condensarsi loro intorno al vuoto.
Assenza un attimo solo di pensiero.
Dietro quelle luci che si fanno latte, si nutre un universo intero.

Se sforzi l'occhio vedi altre stelle, più piccole - o forse più lontane solo - e poi altre ancora.
E io sono certo, ne sono sicuro ora. Che lì ci sia la Porta.
Nascosta da quelle luci che sembrano non esaurire mai di numero, addensate, bianco latte, fitte, lentiggini di cielo.

Mi sono ritrovato lì.
Capitano di un'astronave che non conosce sosta.
O freni, e non ha pudore, incertezze. O paura.
Di volare.
Sempre. Ancora.