l'emulsione
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Non si compenetrano a volte.
Non solo sostanze differenti, solide, liquide, fluide o dense e forti, che
restano in sospensione magari. Persino sciolte, in soluzione puoi scinderne
ancora successivamente le differenti essenze. Puoi ridurne in polvere, fino alla
più fine essenza, una e cercare con disperazione di scienziato di compenetrarle.
L’una nell’altra.
Nulla da fare.
Nel liquido del laboratorio emotivo restano così.
Nemmeno se le scegli liquide ci riesci a volte. Olio e acqua, agitati in
infinite scosse, sottoposti alla pressione vitale più violenta, fatti impazzire
in vortice e tempesta.
Un’emulsione e puoi comunque un attimo dopo distinguerne e vederne riformare
colore, forma, consistenza. Gocce di olio affiorano a galla, altre lottano per
ritrovare coerenza e farsi velo lentamente sopra la sottostante trasparenza.
E lo scienziato delle emozioni indaga. Prova e riprova. Insiste.
Usa il calore, ma se al calore poi sottrae energia e ne applica una
diametralmente e specularmente inversa, ecco. Riformarsi gocce, veli e bolle.
Se il caldo unisce e sovrappone, fonde momentaneamente sottraendolo ogni
molecola torna distinta ea ricomporre se stessa con le sue omologhe altre.
Ritrovandosi e ricomponendosi come irripetibile componente.
Ritrovarsi di colori e di sapori ben distinti. Unici, univoci, irripetibili
nella loro limpidezza.
Menù di un esperimento a cui per convenzione neghiamo scientificità in nome
dell’emozione e del sentimento.
Sulla porta del laboratorio è scritto in mille lingue perché è universale la
ricerca.
Passioni, amori, sentimenti, emozioni, volti.
Poi una mano saggia ha cancellato tutte le diciture scritte a caratteri adesivi
nelle varie lingue.
Poteva toglierle una per una le lettere che componevano quelle parole, ma
probabilmente ha scelto coscientemente di non farlo.
Ha scritto con un pennarello rosso una parola assai più corta.
Corta in tutte le lingue poi per ironia della sorte e della semantica
universale.
Letta da dentro, applicata al vetro, come se fosse la scritta ambulanza vista
nel retrovisore dell’auto puoi leggerci Vita.
L’emulsione universale in cui conservi, a volte emulsionati dagli scrolloni e
dalla corsa, ma ben distinti e per loro energia interna al massimo emulsionabili
per breve tempo, persone, passioni e sentimenti.
Nel corridoio fuori dal laboratorio si sentono dei passi. Oltre il vetro
smerigliato sagome in movimento.
L’eco di parole che si intrecciano, una risata che nasconde il loro senso. Poi
qualcuno spegne la luce vista l’ora tarda e nella facoltà regna il silenzio.
Seduto guardi il vetro, la scritta capovolta che si legge in ogni caso in un
istante anche a rovescio e pensi.
Sorridendo.