Il Giorno della Fenice          
 

 

Il Giorno della Fenice incomincia tardi al mattino e finisce poco prima delle 20.00.
E' un giorno dai ritmi strani.
Rotolante di pensieri.

Crescita di percorso.

Anello che rompe la sua ripetitivà ossessiva e si fa teso d'acciaio lucente e si fa lancia.
Rinasce uscendo dalla spira e si rinnova.
Come fa la Fenice nel suo giorno di resurrezione.

Lo scrittore intermedia le parole a ponte con le persone.
Fallo ancora.

Le parole sono leggibili a rovescio e così scritte spesso in altre culture tra l'altro.
Pensaci prima di scriverle.

Ci sono appuntamenti con se stessi necessari e improrogabili che si chiamano vita.
Non dimenticare l'agenda in ufficio o a casa.

Tolti gli occhiali correttivi vedi meglio la strada e le persone, gli occhiali servono solo se leggi o se scrivi.
Toglili.

Non ti stupire se le persone sono meglio sempre di come le vedevi.
Eri solo offuscato dalla luce e dalle ombre. Guardale meglio e sempre almeno tre volte.

Vale la pena bere se hai sete e non temere di ubriacarti se hai troppa sete
Bevi. Meglio ubriachi che disidratati a morte.

I passi sul pavè sono più faticosi ma il pavè ha un suono più bello dell'asfalto di ogni via sotto i tuoi piedi.
Ascolta i suoni invece di risparmiarti le suole. Cammina di più e non scegliere sempre la strada più familiare o sicura al tuo passo.

La musica cura i pensieri.
Ascoltala con lo stomaco e con le orecchie. Ti salirà nel cuore per vie misteriose.

La crescita di ogni emozione va protetta con amore.
Fatti cultore e contadino accorto delle tue in ogni stagione. Le emozioni sono di stagione. Se le lasci sfiorire poi non hai raccolto per la stagione fredda e scura.

La sfida è la dinamica delle cose.
Battiti. Non risparmiati nulla.

Solo così fa la Fenice.
Da sempre.
Fino a non temere più NEMMENO il fuoco.

Fatti Fenice ancora una volta.
E dopo, ancora.