Illuministi, dipendenza, volontà e ragione.
Cronaca di una mattinata

 

 

   

 

 

E no !
Questo non è un racconto.
Non prendo dita e tasti per raccontare o inventare o giocare con le mie realtà irreali parallele.
Non è un racconto ma semplicemente una considerazione.
Sulla “ragione”.
Anzi, raddoppio.
Sulla “ragione” e sulla “volontà”.
Esagero? Massì.
Triplico addirittura.
Sulla “ragione” e sulla “volontà” e sul “fumo”.

Una breve premessa. Breve, giuro.
Gli Illuministi.
Che sono stati per anni una mia razionale (così razionale da diventare irrazionale) passione. La fiducia in quel Lume, in quel positivo sentire e tutto poi inquadrare.
Diderot, Voltaire, Rousseau, D’Alembert. E poi anche Robespierre, così preciso e lucido nella sua ragione.
Perché la mia considerazione oggi, dicevo è sui limiti fisiologici di volontà e ragione.

Avevo quasi smesso di fumare.
Per volontà e per ragione.
E, incidentalmente anche per suggestione.

Perché uno si dice, e Dio solo se ha ragione, debbo !
E poi, se sa che deve, dice anche… voglio !
Due splendide motivazioni.
Poi quella voglia, il desiderio, la mancanza, la deprivazione, un poco d’ansia, la ricerca di un piacere, il gusto che non ti cancelli dalla bocca e dai pensieri.
Quel non poterne fare a meno, fare senza.
Dio se ti manca…
E’ fisico il distacco fino a occuparti tutta la testa.
La mano che corre allora, gesto naturale, nella tasca della giacca. A cercare.

E allora dici, “ragione e volontà” o “volontà e ragione”.
Te lo ripeti. No. No. No.
Togliti dalla testa anche l’idea di farlo…
E cerchi altro, per sviare il gesto, la rincorsa, colmare in qualche modo quel momento. Che ti manca.
E quel sapore.
Che non ti togli dalla bocca, quell’odore che ti senti addosso.
Cerchi nella tasca.
Altre cose.
Appallottoli un biglietto usato della metropolitana. Piegandolo mille volte su se stesso, a fisarmonica per gnomi.
Trovi un bottone. Le chiavi dell’auto dispari che oggi dorme al buio, sotto, al secondo piano.
Una piccola pietra che hai messo lì. E’ calda della tasca come se fosse stata tanto tempo al sole.
Ci giochi, la mano ha la sua manualità da soddisfare. Lei gira, salta, si posa sul palmo, la stringi un poco, poi scorre a zig zag tra le tue dita.

Avevo quasi smesso di fumare.
Per volontà e ragione.
Ma non so fermare con questi due motori quel bisogno.
Non basta a volte né la volontà né la ragione. Non posso farne a meno.
Non si comanda al vuoto, all’astinenza, che sembra farsi sete e fame.
Avevo “quasi” smesso.

Ho finito il primo pacchetto di Camel senza della mia giornata proprio adesso.
Alla faccia della volontà e della ragione.
Non ci riesco.
Ci son cose, temo, più forti che muovono le azioni, assai più forti della volontà e della ragione.

Chiedo umilmente scusa alla volontà e alla ragione