La notte dello sbarco sulla luna

 

 
 
 
La notte dello sbarco sulla luna non so se sia stata così lunga.
Non lo ricordo, ero bambino, a me sembrò eterna davvero.
So che il mondo intero era lì, senza badare al fuso orario, ad ascoltare radio di ogni foggia.
A guardare dentro televisori in bianco e nero. La lunga attesa.
Lunga come un filo che si temeva si spezzasse, si trepidava increduli, la luna dello spazio era un mistero.
La luna degli amanti era vestita di poesia e di poesie. Ed era altrettanto misteriosa.
Era il loro terreno, con la sua faccia oscura e quella chiara.
Era una luna sola, quella notte e la televisione in bianco e nero le racchiudeva entrambe in quel momento, per il mondo intero.
La metà bianca e la metà nera.
Le univa nel pensiero e forse era in questo il suo segreto vero.

L’idea dell’uomo là. Del piede, dello scendere, scoprire.
La notte dello sbarco sulla luna io avevo 16 anni.
Ora ne ho troppi di più, è facile contarli.
E attendo ancora.
Questa notte. Che un piede scenda dalla scala.
Che un filo non si rompa questa notte dietro l’astro da scoprire.
Che si rinnovi quel mistero, del pianeta metà chiaro e metà nero che io vivo. Ancora.
Che in me vive. Ancora.
La luna è complice dei sogni, nessuno l’ha violata veramente. E’ vergine ogni notte.
Lei non si è mai girata, dopo, su se stessa, è lì a sfidarci ancora.
E’ rimasta là, immota.
La luna è complice di questa notte, per me, cento anni dopo, lunga come allora.
Più di allora.

Non so perché ho pensato proprio alla luna questa notte.
Che il cielo ha nuvole, niente stelle e ha risparmiato anche l’ingaggio proprio della luna.
Forse fu la mancanza della luna, sì a farmela sentire così viva.
O forse, no, non solo. Credo sia stato il filo.
Quello invisibile che univa chi era in alto e chi aspettava. L’eco di mille trepidazioni e attese vissute poi da allora senza mai imparare a sopravvivere anche ad una sola.
Oppure l’idea di una piccola scala. E un uomo che scendeva e poi saliva.
Che ricordo come fosse oggi ancora.
O forse fu la metà chiara e quella nera. Che fanno simili alla luna i miei pensieri.
Quell’incrocio di passione e di ragione che così tanti anni dopo io non controllo ancora.
E che nelle notti senza luna, come questa, mentre aspetto la mia luna, mi divora.