Note sconosciute

 

 

 

Ebbene sė.
Esistono canzoni.
Che a volte ascolti o per meglio dire, senti, anche casualmente. E ti girano dentro come su fossi la loro tana.
Le senti accendendo la radio per errore oppure perchč escono dal finestrino dell'auto in coda, affiancata alla tua.
Le senti mischiate alle parole di una pubblicitā ossessionante di stagione.
O a casa di un amico, non sai nemmeno il titolo, l'astuccio del cd č bianco, lui l'ha masterizzato per sč o per qualcuno chissā dove.
Sul cd, dentro la sua tasca di canguro, nascosto nel lettore nero, sotto la carezza della lente ha un'etichetta. Gialla con la scritta nera. Lucente.
Ma, tu, mica lo sai questo.
Il cd č nascosto lė, il raggio scolpisce su e gių i solchi e li carezza senza neanche toccare.
E' la carezza del pensiero di un amante quasi. Che tocca da lontano senza neanche veramente toccare.
Quella che senti quando meno te l'aspetti.
Che ti raggiunge alle spalle.
Che ti prende il fiato e sai che se ti volti non c'č nemmeno.
Ma la carezza sfiora e afferra pių della forza delle sue mani.
E' una carezza che agita le note, le sveglia, le fa alzare. Poi le gira e le rigira, le capovolge, sconvolge, impenna e governa come sa solo fare un laser o un amore.
Arriva con quello che in musica seria chiamano crescendo.
Poi lavora di sottraendo. Altera i tempi, fino a un pieno quattro quarti.
Quattro battute nette come battiti di cuore.
Cosė č la carezza.
Il tocco quasi impalpabile, quando la mano non preme e non pressa.
Quando conserva forte in sč la forza e la trasmette per osmosi della pelle.
La carezza che scolpisce e lecca.
Perchč in quel momento la pelle si fa nota. Si fa crescendo, brivido e colla. Si innalza impalpabilmente come i solchi invisibili di quel disco.
E' rubata da quella luce che la tocca.
Portata via coi nervi ad inseguire quella luce. Scavata e assecondata in ogni poro.
A volte, sai, ascolti e succede persino di sentire.
I solchi non si vedono nemmeno ma ci sono. Attendono soltanto la carezza della luce.
Poi, dopo, che successe?
Ahh.
Sė.
Che anche quella volta, su quella canzone, finė il disco, e a casa dell'amico che si era assentato ad aprire del nuovo vino rosso e versarmene un bicchiere, ho aperto il cassettino della Sony.
E' scivolato fuori sulla sua slitta nera.
Un cd lucente come una luna piena in una sera di stelle un po' pių luminose.
Solchi invisibili a occhi nudo a nascondere in sč ogni nota.
Un'etichetta gialla lė dove la musica ha un buco in mezzo e forse il cuore.
Il titolo del cd, che c'era scritto, lė sull'etichetta ?
Troppo comodo e facile se ve lo dicessi.
Troppo comodo davvero.
Andate in quella casa se lo volete.
Il cd non c'č, perō, vi avverto. Me lo sono portato via io. Perchč l'adoro !