Pompa di film
che rompe anche il pensiero
Pompa di film che rompe anche il
pensiero.
Hiphop ignoto che taglia la parola e la scrittura.
La tastiera fugge fuori
E registra rumori.
la tastiera in mezzo ai fiori
Arranca con clangore di tag sui vetri sfrigghiola stride struscia scivola sulla
rotaia il freno
e trema di rotaia l’aria già scura
Copre catene molli in salto libero tra le rughe del pave’ e salto di marciapiede
Rimbalza voci.
la tastiera con la cenere caduta
Balcone basso con vertigini di fiume nero sotto
E di parole incrociate nel passaggio.
Frammentazione di discorsi in transito da questa torre bassa sugli incroci della
gente
Oltre la soglia dell’orecchio cambio di voce e di rumore.
la tastiera sulla ringhiera equilibrista di parole e gravità naturale
Nella testa rimbalza.
Rotola, si accascia, ritorna a getto, arranca, arrovescia le immagini, ansima,
argina l’urto del ventre, diventa fosforescente, spegne le voci, accatasta e
divide immagini di corpi e gonne corte a primavera e gambe lunghe con falcate
oscillanti
Neon della mente
Immagine non vista Testa di donna.
la tastiera ha note sconosciute e suona sulla via
Martello d’acciao - harleydavidsonsfreccianterumoreègiàpassata – percuote la
scia di voce
Storce sguardi e li rapisce al fondo della via e nel moto delle teste cogli un
viso bello
Luci di una sirena illuminano volti strobo intermittente e lampi di pupille
nella notte incipiente
In una discoteca nella strada. L’ambulanza passa.
la tastiera si scosta e si ferma a lato, auto rispettosa di parole al passaggio
del pedone
La testa si è appoggiata sui pensieri.
Donna con catena d’acciaio al fianco e voce che schernisce il suo splendore
riflettente all’importuno che osa
Notte di passi e di passanti.
Passaggio di voci - scrivo ad occhi chiusi - voce sola diventa di lingua
incomprensibile e marziana il flusso delle voci tutte insieme
i tasti si sono spostati se chiudo gli occhi e scappano alle dita cieche
Ad occhi chiusi sembra un aeroplano sollevato il mio balcone
Piede di marinaio largo sul balcone conservare equilibrio nella vertigine di
suoni
Volo basso radente di un piano solo
Sul fiume di voci e di parole e di rumori impastati.
la tastiera registra solo i suoni
La tastiera registra solo i suoni
E io esco dalle sbarre che tagliano lo spazio del rettangolo sul fiume sfuggo
tra le sbarre grige di polvere di strada
Esco col pensiero tagliato dalla ringhiera in strisce
Mi ricompongo dopo il passaggio e salgo carico d’elio sopra i tetti.
la tastiera rispetta il volo ad occhi chiusi– non afferra il filo, non frena il
decollo - e dondola al davanzale attende che il suonatore - prima o poi - faccia
ritorno.
Piccola nota
Scritto veramente su un balcone al semibuio dei lampioni, con la tastiera posata
su una ringhiera eun vaso di fiori.
Nella sera, quasi notte di venerdì 2 aprile 2004.
Sotto passava gente, molte erano ragazze esplose alle prime serate tiepide di
primavera.
In casa la televisione impediva il pensiero e la scrittura.
Da quel balcone, con pensieri vecchi di giornata in mente, ad occhi chiusi
anche, ho scritto.
Omaggio.
Oggi ho parlato con amici in un ufficio di un amico. Che avrebbe appena compiuto
gli anni se ci fosse ancora.
Come qualcuno sa dei compleanni ho una fissazione vera.
Morto a gennaio del 2001. Aveva settantanni allora.
Amico per la vita anche se mai incontrato sulla strada.
Delle sue poesie ho dimenticato forse le parole.
Non il ritmo le pause l’ansia e lo stupore. E la voglia di stupire.
Le parole posso rileggerle quando voglio…i libri sono sullo scaffale.
Assieme a quelli dei suoi amici di allora che ho amato e amo con pari intensità.
Oggi parlavo delle sue poesie con un amico, quando riuscivo finalmente a non
pensare ad altro.
Allora siccome presento sempre i miei amici gli uni con gli altri, li assortisco
come in un mazzo a primavera i fiori del mio campo, nella vita, …come dicevano
ai concerti e in una canzone dedicata ad un altro amico (per cui ho simpatia
blasfema e vive.. dicono.. alcuni piani un po’ più sotto e come tutti i veri
angeli è anche precipitato) …let me please introduce to you,…Gregory Corso.