Quando una pianta muore
 

 

 




Quando una pianta muore.
Comincia con le foglie a prendere prima il colore del sole, dal verde vivo corre al giallo, poi mano mano, col passare delle giornate a vestirle di rughe e cercare di mitigare l’assenza di sole con i toni dell’ombra ocra nelle pieghe. Un giorno poi.
Trovi la prima foglia a terra.
La prima e ancora non ti preoccupi, la guardi, la giri tra le mani, la osservi a metà tra lo stupore e l’ammirazione. Ne cogli, ora che puoi ruotarla, voltarla, capovolgerla, anche metterle controluce ad osservarne i nervi infiniti che la vestono di venature, la bellezza sconvolgente che lì, in mezzo a mille sue sorelle nemmeno potevi cogliere appieno prima.
Alla seconda cominci ad avere le prime preoccupazioni, non era solo un cambio di stagione travestito da un cambio di colore. La terza.
Non cade subito, passano settimane in cui sembra che il tempo vegetale si sia fermato come a volte si ferma un cuore. In sospensione.
Le altre poi sono veloci, nemmeno lasciano il tempo di pensare, sinchè non trovi lo sgomento e il vuoto dove prima avevi e sapevi di trovare, tornando al davanzale, chiome. Perché alla pianta si è negato il sole.
E l’acqua, e un vaso nuovo perché potesse crescere e non finisse col soffocare. Ha riempito il vaso di radici, sempre più fitte, quando ne farai la dissezione ti stupirai quante e quanto fitte fossero alla fine. Hanno trovato il coccio rosso a fare da guanciale, sagomandosi su di esso fino a soffocare. Avvolte su se stesse hanno continuato a crescere finchè hanno colmato quasi disperatamente l’ultima oncia di spazio vitale.
Dovevi dargli nuova terra, acqua, aria nuova, nuovo sole.
Dovevi permetterle di stupirti per come sarebbe cresciuta esondando dallo spazio angusto e limitato in cui l’avevi confinata per farti perdere, ammirandone le forme sempre nuove.
Il vaso vuoto sul davanzale sembra allora urlare.
Tra stipiti di legno, infissi aperti, una via sotto che continua indifferente a fluire. Sono urla silenziose.
Quando una pianta muore.
Dategli acqua, dategli sole. Dategli terra nuova perché radichi una vita vera. Migliore.
Se solo le piante sapessero parlare o piangere ad alta voce.