Come il mare
di Saimon

 

Sorgi dal mare, dio-dea, creatura evanescente.
Sei di una bellezza estrema, quasi dolorosa.
Ti gusto con gli occhi della pelle, come a volerti ritrarre usando solo il mio sguardo bagnato di desiderio.
Bevo il tuo respiro, mi nutro del tuo sguardo naufrago, delle tue risate cristalline, del tuo perenne fuggire.
Come il mare, sei.
Tumultuoso burrascoso pulsante libero selvaggio impetuoso vorticoso.
Ti gonfi gorgogliante e ti addobbi di spuma effervescente, poi ti abbatti su di me ed è come morire.
Sei risacca che risucchia, scirocco caldo che inquieta, libeccio che mi fa urlare, spuma bianca sull’onda di un orgasmo travalicante.
 

 

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