Un amore devoto
di Carmine Rosano

 


Calzai il suo volto, “comodo”, pensai, sorridendo per quell’immagine buffa e al tempo stesso tenera.
Sì, era dolce il modo in cui si piegava, abbandonandosi ai capricci del mio piede che lo accarezzava.
Il tepore del suo respiro soffiava come brezza tra le mie dita. Allora le allargavo e il tocco umido della sua lingua le bagnava..
In quelle carezze percepivo la sua brama di possedermi. Lui mi apparteneva, era totalmente soggiogato e asservito, ma nella sua sottomissione vibrava un prepotente desiderio di possesso che lasciavo inappagato, facendolo crescesse fino a renderlo folle d’amore, di un amore devoto, senza confini.








 

 

cinquantacinque