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Scrittore e
fotografo, come gli esploratori dell'ottocento, a caccia di minerali,
piante, città perdute nella giungla o in un deserto.
Una battuta di caccia grossa.
Fotografando e cacciando, però, piedi. I propri, o piedi conosciuti, oppure
piedi sconosciuti, nudi, calzati, impegnati nel riposo o nella visita a
un museo, nello sport. Al lavoro.
Per ogni piede raccontando una sua storia.
Nata guardandolo, per la curiosità di una scarpa, di un abito sopra la
scarpa, di una situazione, fosse normale, fosse bizzarra. Lasciando
libera la fantasia di inventarsi ogni volta, per ogni piede, una intera
vita.
E adesso, a caccia... |
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Decide lui, cosa portarti. Non è che possa
proprio “decidere decidere”, in realtà.
Diciamo che bara un poco? Sì. Il termine è quello giusto.
Bara.
Comincia così la storia del portalettere. Ha le scarpe curve verso
l’alto, a furia di posare solo la punta sui pedali e pedalare sul pavè
sconnesso. Che poi, lo dice sempre, se pesco quello che sostiene che
Milano è tutta pianura e non ci sono salite, io lo ammazzo. E ride, e
segna sulle raccomandate delle tasse, sugli atti giudiziari, senza
tentare nemmeno la consegna, destinatario assente. E le rinfila sotto
tutto nella sacca. Regala giorni senza ansia, anche se pochi, la
rimanda.
A volte, nei giorni che è di buon umore e si sente più Robin della
Foresta del solito non segna niente, infila sotto e basta, e regala un
giorno in più di tregua assoluta alle ignare vittime. Ha le scarpe
nuove, anche se sono quelle dello scorso anno, mica cammina molto. Ma ha
i polpacci grandi e forti dentro il tubo del pantalone. Quando pompa e
corre sull'asfalto sulle ruote dalle gomme larghe sente il muscolo
stretto dalla gamba di tessuto sotto sforzo. E gli sembra che se
accelera di più possa riuscire a lacerarlo, esploderlo. E accelera,
accelera. Accelera. Consegna puntuali solo i pacchetti. Che, vuoi mai,
fossero doni attesi? E le lettere lui le conosce senza nemmeno aprirle e
leggerle. Questa sì, questa no.
Niente ingiunzioni, multe, penali e o angosce, che il suo quartiere non
è fatto da ricchi. Sono case popolari.
E a Maria che fa la barista, ad Angelo che fa le consegne a domicilio
per il panettiere, o a Franca che è rimasta sola e ha due figli che
devono ancora studiare e crescere lui vuole bene. In silenzio.
Nascondendo il cuore nel fondo della sacca. Tra multe e minacce di
pignoramento.
Due giorni di tregua, a volte uno soltanto. Sorride sempre pedalando.
Riparte. Si allontana verso l’ufficio postale coi resi nella sacca, alto
sulla sella. |
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