Quando la notte finisce

di  Agata

 



Quando la notte finisce hai due possibilità……tuffarti nella luce o rincorrere le tenebre.
La luce, alla finestra mi fa cenni di intesa, mi dice che mi aspetta, che può portarmi con lei, là dove la notte finisce e dove i colori sono netti, limpidi, puliti.
Ma forse io non ho voglia di andare verso la luce, oltre la porta chiusa dentro di me ho scoperto un buio che mi affascina e mi incanta.
Vorrei poter far tornare indietro la sabbia della clessidra, il tempo, annullare il sorgere del sole adesso che so, che potrei evitarlo e salvarmi.
Facciamo così….mi prendo ancora un istante lungo una vita, per pensare…per decidere.
Sono rimasta qui, da sola.
Posso pensare…
Se ci riesco…
Busso alla porta dentro di me, voglio tornare là dentro, per riassaporare, con eccitata vergogna, quello che trovato in quella stanza.
Mi hai presa per mano, ieri sera.
Mi hai detto che sarebbe stato bello, eccitante, che era quello che volevo senza saperlo.
Non ti ho chiesto come facevi tu, a saperlo.
Mi hai sempre letto dentro senza fatica, sapendo cosa amo, cosa desidero, cosa mi fa paura e cosa mi attira come una lampada notturna fa con una falena.
Mi hai presa per mano, senza toccarmi, mi hai portata nel tuo letto.
I miei abiti, inutile barriera dei miei timori, sono scivolati via, accompagnati dalle tue mani.
Distesa sul letto ho iniziato a godere sotto il tuo tocco esperto di me, mi accarezzavi i seni che, pesanti, si abbandonavano alle carezze delle tue labbra, della tua lingua, dei tuoi denti.
La tua lingua ha iniziato a scorrere su di me, procurandomi ondate di eccitazione bruciante, facendomi sussultare di godimento quando è arrivata sul mio sesso.
“Chiudi gli occhi…”.
Era con me che parlavi, non potevo fingere di non averti sentito.
Ok, poche storie….
Li ho chiusi, per un lungo, infinito istante, in attesa di poterli riaprire.
“Aprili, dai..”.
Ok, poche storie, tu mi hai letto dentro, ma sono io che ho accettato….
Ed eccoli, davanti a me…
Un ragazzo, giovane, carino, con l’aria da mago del sesso…
Un uomo anziano, più vecchio di quello che pensavo….
Un tipo con la faccia comune, niente di appariscente…
Uno grosso, ha grandi braccia, grandi mani….
E tu.
Nessuno parla, bastano gli sguardi a dire tutto….a dire niente.
Sappiamo quello che succederà.
Tu me l’hai chiesto, hai detto che io lo volevo.
E io ti ho detto di si, perché ….non lo so nemmeno io il perché.
Ma sono qui.
E vado oltre la porta buia.
Avanti signori, mettetevi comodi, lo spettacolo comincia.
In ginocchio, sul tuo letto mi accarezzo, con la punta delle dita sfioro i capezzoli, e poi li prendo, li tiro, strappandomi un gemito.
Li guardo negli occhi, uno ad uno.
Loro sono fermi, immobili, solo un rapido accelerarsi del respiro sottolinea il mio gesto.
Tu dietro di me, mi spingi in avanti,carponi sul letto.
Le tue mani scorrono sulla mia schiena, scendono verso il solco del mio sedere, una carezza eccitante e silenziosa.
I loro occhi ci osservano attenti, i loro respiri risuonano contro la mia pelle.
Il tuo sesso si appoggia contro di me, inizia a premere per entrare dietro, spingi mentre un gemito roco mi sfugge dalle labbra.
Ti appoggi alla mia schiena, mentre le tue mani salgono ad artigliarmi i seni.
“Chi vuoi?” mormori al mio orecchio.
Il potere di scegliere.
Io posso scegliere chi voglio.
Li guardo ad uno ad uno, mentre le tue spinte si fanno più profonde.
“Voglio lui…” gemo, indicando il più anziano.
Il suo corpo, violato dagli anni emerge dagli abiti, il sesso sorprendentemente duro.
“Cosa vuoi che ti faccia, dillo dai…” mi incalzi continuando a prendermi da dietro.
Guardo il vecchio negli occhi.
“Leccami..”.
Mi sembra di perdere la testa, il tuo cazzo duro che spingi dentro di me e la sua lingua che mi accarezza il sesso, che mi lecca a fondo.
Il suo cazzo svetta duro davanti alla mia bocca, immagino che vorrebbe sentire le mie labbra su di lui, ma io decido, io ho il potere.
E adesso io ho deciso di cambiare.
Tu non ti stanchi, continui a spingere, sempre più duro, sempre di più…
“Adesso voglio lui..”.
L’uomo grande e grosso si spoglia rapidamente, il suo cazzo non delude le aspettative, è grosso, grosso davvero.
Nella mia bocca fatica un po’ ad entrare…ma lo lecco e l’accarezzo, batte contro il mio palato.
Mi mette una mano sulla testa, vuole darmi il suo ritmo…
“No…faccio io…” gemo scostandomi.
Io ho il potere su di loro…come tu l’hai su di me..
Stringe i pugni in un gesto di frustrazione ma decide di stare al mio gioco.
Sto scivolando sulle onde di una profonda eccitazione, la sua durezza che mi riempie la bocca e il tuo sesso che, continua a violarmi mi stanno facendo mancare il fiato.
Con la coda dell’occhio vedo gli altri contro il muro, i loro cazzi duri, eccitati, vorrebbero potermi scopare, lo sento addosso sulla pelle.
Ma tu hai il potere di scoparmi.
Il resto è solo mio buio.
Continuo a scopare lo sconosciuto con la bocca, lo sento gemere.
Sulle mie labbra sento il sapore del suo orgasmo che si avvicina…mi fermo, ho il potere…
“Dai, adesso scopami..” ordino al ragazzo più giovane.
Si sistema sotto di me mentre tu continui, non ti vuoi fermare e io non posso accettare che ti fermi.
Mi lascio scivolare sul suo cazzo, giovane e duro, che subito inizia la sua battaglia per tenere il ritmo con il tuo, che continua a riempirmi dietro.
I tuoi colpi mi spingono contro di lui, le sue contro di te, è una battaglia dove io sono la vincitrice.
“Vieni qui..” ordino all’ultimo uomo.
Voglio sentirmi riempita, ovunque, come se dovesse durare per sempre.
Entra nella mia bocca e da lì parte un brivido di godimento che si unisce nel mio centro più profondo assieme ai tuoi e a quelli del ragazzo giovane, che con vigore continua a scoparmi.
Mai mi era successo, non avrei mai immaginato le sensazioni così amplificate, dieci, cento mille volte…
La tua voce.
“Cosa vuoi, adesso?” .
“Voglio godere con te…”ansimo.
Con la mano li allontano, adesso sono solo tua.
“Guardatemi…” gemo.
Loro appoggiati al muro si toccano.
Tu mi scopi.
La mia schiena si inarca per accoglierti più a fondo, entri ed esci deciso, segui il ritmo ancestrale che hai scoperto dentro di me, e io nemmeno me ne ero accorta….
È come uno scontro, veniamo insieme, il mio grido roco si fonde con il tuo.
I loro gemiti di godimento fanno da sottofondo ai nostri, accrescendo il mio senso di potere, li ho fatti venire senza toccarmi.
Tu lo sapevi che era questo che volevo.
Che attraverso di te avrei scoperto questo potere, questa voglia.
Averli eccitati, aver visto i loro cazzi turgidi e duri darmi piacere senza darlo a loro.
Ho deciso.
Entro nella porta dentro di me.
Regina.