Le valigie

di   Alessandra Bianchi
     (Anneheche)

 



Mentre Paola le leccava la vagina, Marzia sapeva che avrebbe rimpianto per sempre quel momento.
Con la testa piacevolmente imprigionata fra le cosce morbide e forti della moglie di Enrico, annusava avidamente l'odore penetrante di femmina sana ed eccitata che proveniva dal corpo della donna stesa su di lei; ricambiava con la sua lingua; ma a tratti, brevi istanti intrisi di consapevole lucidità, capiva che stava commettendo il più grande errore della sua vita.
Ma poi incominciò a godere, e Paola succhiò il suo nettare, e lacrime di gioia si affacciarono nei suoi occhi azzurri, quegli occhi che, essendo lei mora, a detta di molti uomini rendevano il suo viso simile a quello di una dea.
Quando aveva guardato nel videocitofono, era intenta a preparare i bagagli.
L'indomani si sarebbe trasferita a casa di Enrico per aprire la pagina più esaltante della sua esistenza.
L'aveva riconosciuta immediatamente, dato che lui le aveva mostrato una foto.
Non ignorava certamente che, prima o poi, avrebbe dovuto incontrarla; tuttavia il primo impulso fu di non aprirle. Si rese conto che sarebbe stato un atto di viltà, nient'altro che rimandare un problema che, per quanto sgradevole fosse, andava necessariamente affrontato e, se possibile, risolto.
Quando Paola entrò nel suo appartamento (tre locali più un terrazzo che si affacciava sul mare), le si mozzò quasi il fiato in gola: non avrebbe mai immaginato che la sua rivale fosse tanto attraente.
Benché calzasse delle ballerine, la sovrastava di almeno dieci centimetri; ci voleva poco a capire che la sua altezza non era inferiore al metro e ottanta. La minigonna rivelava due gambe superbe, e il resto…
Marzia pensò a una giocatrice di pallavolo che facesse anche la top model (le venne in mente Maurizia Cacciatori).
Occhi verdi, espressivi, indagatori, con un fondo di durezza che li rendeva magnetici; lunghi capelli neri, del nero di una notte priva di stelle; seni che la canotta estiva sembrava non essere in grado di trattenere.
Un pensiero la attraversò, fugace ma non per questo meno maligno: "e l'ha lasciata per me?"
Sapeva di non essere brutta, ma tutto a un tratto il suo corpo minuto le parve insignificante.
La invitò ad accomodarsi. Paola non dava la sensazione di essere ostile e nemmeno di essere venuta lì per piangere. "Perché allora?", si chiese porgendole una tazzina di caffè bollente.
Lo scoprì un'ora dopo, anche se per il resto della sua vita non riuscì mai a comprendere come Paola avesse capito, quale diabolico potere l'avesse resa conscia del fatto che a lei piacevano le donne, sebbene fino a quel giorno solo sotto forma di sogno irrealizzabile, che viveva unicamente nei suoi desideri più bui e nascosti.
Paola cambiò posizione nel letto, ed iniziò a sfregarle il clitoride, agendo come se fosse un piccolo membro maschile, muovendo le dita in senso verticale e poi in circolo, sino a renderlo duro.
Quindi introdusse due dita nella vagina completamente bagnata, si chinò su di lei e la baciò sulla bocca.
Marzia si inarcò, graffiò la morbida schiena della donna che la stava facendo impazzire, poi strinse convulsamente il cuscino.
Sentiva il sudore che le colava addosso; il suo viso era alterato in un'espressione di piacere selvaggio.
Enrico non l'aveva mai vista in quello stato, e nessuno degli uomini che l'avevano preceduto. Paola abbandonò la sua bocca per leccarle un capezzolo, con le dita che continuavano a muoversi incessantemente dentro di lei.
Marzia incominciò a urlare.
Quello era il sogno della sua vita che si materializzava, si faceva carne e sangue, usciva dai pertugi della mente per diventare realtà.
"Dio mio!", gridò. "Godo! Cazzo quanto godo!"
Non notò l'espressione compiaciuta di Paola; ma più tardi avrebbe ascoltato le sue parole: "Tesoro, staremo magnificamente insieme, io, te…ed Enrico!"
Marzia sapeva che aveva ragione: non avrebbe mai rinunciato a lei.
Ciò non le impedì di piangere. C'erano voluti tre anni per convincere Enrico a lasciare la moglie, e adesso lei aveva sciupato tutto. Rovinato tutto. Irrimediabilmente.
Lo avrebbe dovuto dividere per sempre con un'altra donna.
"Ti aiuto a preparare le valigie.", disse Paola alzandosi dal letto.