hard pulp nr. 3 - Psicoterapia

di  Alioscure

 

 

  hard pulp

è stato trovata tempo fa in un cassetto segreto di un mobile bar appartenente a raymond chandler una raccolta di novelle,da lui intitolate hard pulp. sono sorprendentemente a sfondo bdsm e il protagonista è un anonimo poliziotto privato,che può a ben vedere sembrare un antesignano di philip marlowe.
ecco la terza.

hard pulp number three - Psicoterapia


guardai gerda strauss dalla parte opposta della scrivania. era una ragazza scialba,con i capelli color topo,la faccia da topo,i denti da topo. però gli occhi erano due stelle e le lacrime li rendevano più splendenti.

-mio fratello ernie è l'unica persona che resta della mia famiglia
-pensi che io sono figlio unico e si consoli
-per favore,me lo può riportare a casa?
-dipende da dove si trova e soprattutto se lo vuole anche lui
-so che non desidererebbe altro. anche ernie non ha avuto nessun altro in vita sua che me. da bambini ci scaldavamo insieme nello stesso letto e facevamo poi gli stessi sogni
-uno quando cresce cambia,sa. magari ernie adesso fa sogni diversi e si scalda in altri modi
-non ernie. lui,non so come dirlo,sa,è rimasto un po' bambino
-vuol dire che suo fratello è un ritardato mentale?
-lei sa dire le cose in un modo davvero sgradevole. ha fatto l'università in odiosità per essere così bravo?
-no,è una dote naturale. ma almeno sono sincero. se non le va bene,quella dietro di lei è una porta. funziona come quando è entrata,solo che se la apre ora può anche uscire

gerda strauss si alzò. poi sembrò improvvisamente che le fosse caduto sulle spalle l'empire state building,con tanto di king kong seduto in cima. le spalle si si incurvarono e si risedette.

-non so dove andare e a chi chiedere aiuto
-bene. l'assenza di alternative è un perfetto modo di scegliere. respiri a fondo,si soffi il naso e mi dica dove potrei trovare suo fratello
-lei è disposto a tutto,se la pago?
-se mi paga,sono disposto a mangiare anche questa scrivania. chiedo solo il tempo necessario per farlo e almeno di cospargerla di sale
-ernie è all'inferno. e lei deve andare là a prenderlo

ernie strauss era stato internato a villa felice per essere curato da una forma di grave alienazione mentale sei mesi prima. villa felice,a dispetto del nome programmaticamente speranzoso,era un luogo senza ritorno. le anime perse venivano raccolte al volo con una retina come le falene e portate lì. le mura di villa felice non erano invalicabili nè cosparse sulla sommità di cocci di vetro,ma lo stesso funzionavano perfettamente. nessuno che entrasse lì vi usciva più. villa felice era il nirvana. ma nessuno poteva dire se si trattasse della beatitudine infinita o dell'infinita devastazione.
chiesi all'ispettore ginelli aiuto. ginelli era un amico e sapeva come superare certi muri. soprattutto era qualcuno che sapeva ricordarsi degli amici e conosceva il significato della parola gratitudine.

-ripetilo che vorrei non avere capito male. vorresti essere internato in un manicomio?
-possibilmente per un periodo di tempo limitato. sì,hai capito bene
-nonostante abbia sempre pensato che questa potesse essere la tua destinazione più confacente al tuo stato mentale,vorrei sapere cosa c'è sotto
-ho un tale da recuperare. si trova a villa felice. vorrei poterci entrare,ma poi anche uscirci. tutto qua
-il dottor kovacs può diagnosticare una forma depressiva grave. mettiamoci anche un tentato suicidio per sicurezza. può andare?
-il dootor kovacs può consigliare anche la clinica dove superare questo triste momento di confusione mentale?
-il tuo cliente è uno che paga o no?
-è uno che paga
-il dottor kovacs sarà lieto di seguire tutto l'iter dalla diagnosi all'internamento
-mi sarebbe di conforto che aggiungessi l'aggettivo "provvisorio"
-era sottinteso. comunque mi interesserò personalmente al tuo stato di salute tra un mesetto. può bastare?
-spero non ci voglia tanto tempo

villa felice non sembrava un brutto posto.il piccolo parco che la circondava era curato e l'autunno lo dipingeva con bellissime sfumature dorate e purpuree. le camere erano pulite e spaziose. il personale sembrava determinato ma non brutale. e poi c'era la dottoressa darkside.
era la direttrice di villa felice. tre lauree in psichiatria bella in mostra dietro la cattedra. età imprecisata tra i trenta e i quarant'anni. capelli scuri legati severamente a crocchia sulla nuca,un viso pallido e dai lineamenti straordinariamente regolari,un corpo che nessun camice medico poteva rendere insignificante,gli occhi così chiari da parere trasparenti dietro le lenti di occhiali molto professionali,ma anch'essi rassegnati ad una sconfitta umiliante nella vana lotta di renderla poco femminile ed eccitante.
laura darkside sollevò lo sguardo dal mio dossier e inarcò le sopracciglia nere e ben disegnate.

-così ha tentato il suicidio. lo sa,vero,che chi è davvero intenzionato a morire si uccide sempre e non è soltanto INTENZIONATO a farlo?
-forse cercavo di essere salvato,dottoressa
-vuol dire che non VUOLE davvero morire?
-vorrei riuscire a vivere
-cosa le rende difficile la cosa?
-forse non è la vita che vorrei
-pochi vivono la vita che vorrebbero,ma non si uccidono per questo
-chi si contenta gode. si vede che io ho esigenze particolari
-cosa desidera davvero?
-non me la sento di parlarne adesso. mi scusi,non mi sento bene. potrei ritirarmi nella mia stanza?
-prima o poi dovrà parlarne. forse allora non desidererà più morire e potrà anche uscire di qui
-lo spero tanto,dottoressa. sono qui per questo
-vedrò di aiutarla come posso
-gliene sarò infinitamente grato,dottoressa. se mi potrà ridare la gioia di vivere,praticamente potrà chiedermi qualsiasi cosa

la dottoressa darkside alzò gli occhi di nuovo e stavolta mi guardò intensamente e ancora più a lungo. poi sorrise.

-Davvero? mi ricorderò delle sue parole,sa. e magari a suo tempo le ricorderò anche a lei

mi diedero una cameretta singola in fondo a un corridoio spesso abitato da individui inquietanti,in lotta strenua soprattutto con sè stessi. la camera era ben illuminata,linda,di un simpatico color malva. sarebbe potuta passare per una camera d'albergo da tre stelle,se non avesse avuto le sbarre alla finestra e la porta che si chiudeva a chiave dall'esterno,senza contare le pareti imbottite.
tre volte al giorno avevo la possibilità di uscire e fare un giretto per il parco. mi accompagnava un infermiere, derek malone,che in realtà era un armadio a tre ante travestito da essere umano. malone era la babysitter di altri tre pazienti e ci portava a pascolare tutti insieme. il culo vuole che uno di loro fosse ernie. ci mise però più di una settimana a sbottonarsi. ebbi molta pazienza. tanto lì non è che avessi molto d'altro da fare.
a parte le sedute dalla dottoressa darkside.

-come si trova da noi?
-il vitto è un po' monotono ma buono. il signor malone è attento,ma gentile. non mi posso lamentare
-ma non vorrebbe andarsene?
-qualcuno forse non lo vorrebbe?
-non so. qualcuno mi pare che qui si trovi a casa sua. forse perchè non ne ha un'altra
-lei sicuramente non è tra questi. si impegni a stare bene e vedrà che presto sarà fuori
-ci si può obbligare a stare bene,dottoressa?
-lei è un paziente astuto. ma non cerchi di mettermi sotto. io sono più astuta di lei. e soprattutto ho un altro vantaggio fondamentale
-quale?
-ho io le chiavi per uscire

cercai di parlare un po' con ernie il terzo pomeriggio. eravamo vicini sulla stessa panchina. il sole stava baciandoci in faccia generosamente,anche se non eravamo particolarmente belli. malone stava guardando le tette di una playgirl di penthouse sotto un castagno in fiamme e non pareva badare molto a noi in quel momento. grazie san penthouse.

-ciao- esordii con estrema prudenza -mi chiamo don
-io ernie
-è una bella giornata
-sì. il parco è meraviglioso in autunno
-ho cercato di suicidarmi due mesi fa. ma adesso non ne ho più voglia
-allora uscirai presto
-spero di sì,perchè allora vorrà dire che sto bene. tu non vuoi stare bene?
-io sto bene qua
-ma prima che facevi? per venire qua,voglio dire
-ah. prima cercavo dio. non lo trovavo da nessuna parte e questo mi rendeva molto infelice
-e adesso lo hai trovato?
-dio? sì,è lui che ha trovato me,ma fa lo stesso. ora sono felice e pieno della sua grazia
-come hai fatto? non è una cosetta da niente,voglio dire,tanti ci hanno provato prima di te. mica tutti sono diventati santi
-io non ho fatto niente. è dio che ha fatto tutto. si è rivelato,si è mostrato. io mi sono limitato ad adorarlo
-qui?
-sì,qui. dio appare nei posti più strani,sai. si incarna nelle persone più inaspettate
-ma qui in chi si è incarnato,ernie? sai,mi interessa questa cosa,come è successa a te può accadere anche ad altri
-sì,è vero. qui è successa anche ad altri prima di me. dio è meravigliosamente generoso a rivelarsi in certi posti e a certa gente

stavo per aprire un po' di più la porta che si era schiusa,quando malone attraversò il prato all'inglese massacrando sotto gli scarponi un miliardo di steli d'erba e di insetti,e ci interruppe sul più bello.
lo guardai con aria innocente e mi incollai le labbra con due metri di nastro adesivo,augurandomi che ernie facesse lo stesso.

-ragazzi,è ora di tornare a scuola. alla sera fa freschino fuori
-signor malone,lei è la premura fatta persona
-amico,è il mio mestiere. riga dritto e sarò premuroso come tua mamma
-mia mamma non lo è mai stata,signor malone
-beh,tu riga dritto lo stesso,se no sarò magari DAVVERO come tua mamma

la dottoressa darkside mi scrutava dietro le sue lenti. ero l'unico pesce in un acquario FUORI dal vetro.

-malone mi ha detto che lei e il signor strauss siete diventati buoni amici
-amico è una parola grossa,dottoressa. diciamo che ci piace fare due chiacchiere in giardino,prendendo il sole sulla stessa panchina
-e cosa le racconta il signor strauss di tanto interessante?
-veramente parliamo del più e del meno. mi piacerebbe parlare anche con altri,sono un tipo molto socievole. ma il signor vitellio si crede napoleone e non dà molta confidenza a chi parla in inglese,cosa comprensibile vista la sua storia passata,e il signor natucket ha la tendenza a ripetere troppo lo stesso concetto,che in sostanza è "sono un ariete",mentre cerca di buttare giù il muro a testate
-è una cosa molto utile da un punto di vista terapeutico aprirsi verso l'esterno e comunicare. non la sto criticando,era solo una curiosità
-beh,ernie è un tipo molto mistico. pare che abbia trovato dio qui. magari non sarà mentalmente sano,ma almeno pare abbia trovato un buon modo di conciliarsi con sè stesso e crearsi una sorta di felicità
-sì. la sanità mentale è una visione molto soggettiva. a me sta a cuore di più l'acquisizione della felicità e della realizzazione interiore
-allora credo che abbia fatto un buon lavoro,dottoressa
-grazie. ora occupiamoci di lei,va bene? chissà che a sua volta non trovi la sua strada,alla fine

ernie raccolse un filo d'erba e si mise a masticarlo pensoso. malone sullo sfondo incombeva come una collina placida che emerge dalla bruma.

-ernie,oggi mi pari un po' assente. dio ti sta occupando molto i pensieri?
-dio sembra un po' arrabbiato con me. ieri sera mi ha punito. non lo faceva da molto tempo. forse dovrei smettere di parlare con te. a volte la mia bocca si apre troppo,dicono che poi ci possano entrare le mosche
-come ti ha punito dio? se me lo dici,magari posso spiegarti davvero se è arrabbiato o no. ci sono a volte delle cose che noi attribuiamo a dio e invece non dipendono da lui
-nono,quando mi punisce non posso pensare che non lo faccia intenzionalmente. è molto chiaro nelle sue azioni
-beh,ma cosa ti fa,alla fine?

ernie gettò una occhiata impaurita a malone. ma l'infermiere proprio in quel momento si voltò per dire qualcosa a un paziente che gli era sbattuto addosso. ernie approfittò del momento casualmente propizio e in fretta si sollevò maglione e camicia,scoprendo per un attimo la schiena. i segni rossi e viola che gli deturpavano la pelle dalle spalle alla vita sembrarono un quadro astratto,di impatto cromatico impressionante, sotto l'impietosa luce di quel sole lontano e cieco.
qualcuno lo aveva colpito ripetutamente con una cinghia di cuoio o una frusta e prima o dopo lo aveva usato come portacenere.

-dio può essere duro,se vuole
-sì,ma la sua collera è sempre giusta. dobbiamo imparare ad espiare i nostri peccati
-capisco,ernie. sta arrivando malone. meglio che non parliamo più
-ci ha visti prima?
-non credo,era voltato. ma lo stesso fai finta di niente
-non dirglielo che ti ho mostrato la collera di dio. lui è un suo strumento,ma non può capire
-stai tranquillo. dio non saprà niente

ma avevo scordato che dio è onnisciente. specie quando i suoi fedeli pensano di non dovergli tacere nulla.
quella stessa sera malone mi venne a prendere.

la dottoressa darkside mi fissò con aria dispiaciuta,come avrebbe potuto fare una maestra delusa da un alunno incorreggibile. aveva sempre il camice medico addosso,ma era aperto davanti e mostrava un abito attillato nero molto poco professionale. i capelli erano sciolti e cadevano sulle spalle tonde come onde nere. ma era niente quel nero in confronto a quello che intravedevo ora dietro la facciata,dietro quegli occhi trasparenti.
malone era proprio dietro di me e mi teneva una mano grande circa come una vanga su una spalla. dava l'impressione che avrebbe potuto scrollarmi come se fossi stato un cucciolo di due mesi.

-il signor strauss mi dice sempre tutto. non poteva sperare che non lo facesse anche ora
-ernie ha la massima fiducia nella sua dottoressa,vero?
-il signor strauss ha una fede cieca,assoluta nel suo dio. è un po' diverso
-saprà già che me ne ha parlato,allora. chi è il suo dio,dottoressa?
-ce l'ha davanti
-immaginavo che fosse lei. ma io continuo a vedere solo una bella donna. un po' pazza anche lei,sicuramente molto perversa. ma dio secondo me abita da qualche altra parte
-perchè lei non ha occhi per vedere. le manca la fede,amico mio. se no vedrebbe anche lei come il signor strauss,e come hanno visto molti altri prima di lui
-sono guariti tutti,dottoressa? tutti fuori? devo dire che è divinamente brava,allora. come dire?,fa veri miracoli
-lei usa il sarcasmo quando dovrebbe genuflettersi e adorare. è un peccatore,sa,un miscredente e un empio. ma le voglio dare una possibilità ancora: le mostrerò cos'è la vera devozione e forse allora entrerà la luce della consapevolezza anche in lei
-le sono grato. del resto si sa che dio è misericordioso
-sì,ma non ne abusi troppo. dio è anche capace di profonde ire
-dove sono gli altri adoratori,dottoressa? sono loro che vuole mostrarmi?
-gli altri stanno meditando ormai in pace la mia grandezza sotto le radici dei platani e degli olmi del parco. ma posso mostrarle l'ultimo,che forse sarà il penultimo se lei vorrà finalmente accettare la sua miseria e abbracciare la fede in me come spero
-se no, vedrò prima del mio tempo quelle radici?
-dio non minaccia mai. esegue solo la propria volontà

malone mi trascinò verso una poltroncina imbottita,che aveva polsiere e cavigliere di cuoio per immobilizzare chi ospitava. mi legò con cura alla poltroncina e mi strizzò un occhio.

-buon divertimento,stronzo. lo spettacolo è gratis,ma il biglietto magari te lo faremo pagare dopo
-come gran sacerdote ti vedo male,malone. devi prendere ancora qualche lezione
-non prendere per il culo. ernie ci ha detto tutto,delle tue domande da ficcanaso. non sei malato manco per il cazzo,vero? ti ha mandato qui qualcuno,ma non è stata una buona idea
-perchè no? mi sto istruendo molto sulle recenti scoperte della psicoterapia moderna,c'è sempre da imparare
-è stata la sorella di ernie,vero? continuava a venire qua a ficcare il naso
-non conosco nessuna sorella di ernie. ma ho conosciuto tua madre,batte proprio sotto il lampione vicino al mio ufficio
-sarà un piacere strangolarti con le mie mani,quando sarà finito tutto

la dottoressa darkside si sedette su un'altra poltroncina davanti alla mia. respirava forte,come se fosse in trance. aveva gli occhi socchiusi e mi pareva lampeggiassero tra le palpebre azzurre. il petto le si alzava e abbassava con energia e vedevo le dita delle sue mani curate ed eleganti stringere i braccioli con tanta forza da diventare color avorio.
non era dio,ma sicuramente emanava da lei un'aura potente,quasi inumana. spesso il male si manifesta come una forza; è un'onda nera,che preme contro le nostre misere dighe finchè non le incrina,e allora dilaga irresistibile per il mondo.
no,non era dio,ma forse poteva ben arrogarsi il ruolo di suo antagonista.

ernie fu introdotto nello studio da malone. era nudo e camminava a quattro zampe,lo sguardo fisso a terra,come se temesse di poter finire fulminato. malone lo tirava per un guinzaglio di maglie metalliche,come un grosso cane. lo condusse fino ai piedi della dottoressa darkside e lasciò cadere la catena,poi fece tre lunghi passi indietro. il suo compito era terminato. il fedele era ora alla presenza della sua divinità.
vidi ernie piegarsi ulteriormente in avanti con la testa,fino ad appoggiare la fronte a terra. laura darkside lo guardò con una arrogante benevolenza più umiliante di ogni altra espressione- era come la padrona davanti al suo cane,la dea di fronte all'adoratore prono vicino all'altare. ernie non era NIENTE. viveva per lei e solo lei dava un senso alla sua misera esistenza.
poi ernie si protese in avanti e iniziò a leccarle umilmente una scarpa. laura darkside portava una specie di sandalo elegante,aperto,con il tacco acuminato. il piede era uno splendore luminoso,dalle unghie laccate in un rosso scuro come sangue rappreso. lo notavo per la prima volta solo allora.
si lasciò leccare la suola e il tacco,poi permise che la lingua canina si intrufolasse anche tra le dita. dopo parecchio tempo,con un calcetto in faccia mise fine all'omaggio.

-ernie- disse con una voce che non pareva più la sua (ma forse era dio che parlava attraverso lei in quel momento) - sei stato molto cattivo. hai gravemente peccato dinanzi alla tua Signora
-sì,mia Dea e Signora. chiedo umilmente perdono
-prima confessa i tuoi peccati e pentiti come è doveroso che sia
-confesso di avere peccato. ho mostrato i miei segni di fede a un estraneo. so che erano un mio segreto e l'ho infranto. ho nominato invano il nome della mia Dea. sono pentito di tutto questo e imploro perdono
-lo avrai,perchè la tua Dea è buona. ma dovrai prima pagare per la tua imprudenza
-tutto quello che vorrà farmi la mia Dea sarà una benedizione. laverà le mie colpe e purificherà il mio cuore
-dovrai soffrire molto,questa volta
-la imploro,ho sofferto moltissimo già la precedente
-non come questa. devi pagare per le tue colpe ed espiare,oggi,non solo dare diletto alla tua Signora e Dea. sarà infinitamente peggio

la guardai in faccia. ci credetti sulla parola.
se dio è infinitamente buono,può essere anche infinitamente cattivo.

ernie iniziò a tremare letteralmente di paura,ma non si mosse. laura darkside gli appoggiò un piede sul collo per tenerlo fermo e con il tacco dell'altro iniziò a disegnargli sulla schiena una mappa di dolore in rilievo. guardai ipnotizzato il tacco aguzzo come un pugnale che creava un arabesco incredibilmente raffinato e complesso su quella povera schiena esposta. le linee verticali e sottili ma nette formarono una sorta di geroglifico preistorico,che a poco a poco divennero un nome. ma il nome era impronunciabile e fu cancellato dalle linee successive,che formarono delle rune misteriose,triskeli e spirali,e poi iniziò a scorrere il sangue e a coprire tutto.
laura darkside si interruppe e guardò malone. questi avanzò tenendo in mano un secchio d'argento,di quelli da ghiaccio. lo pose tra le gambe della dottoressa,che si abbassò le mutandine e vi orinò dentro. malone rovesciò lentamente il piscio divino sulle ferite per togliere un po' di sangue. ernie gemette come un cane in preda a sofferenze profonde,che però accetta come il suo destino. quando il bruciore si fu attenuato,la dottoressa riprese a incidergli la schiena con tacco. dopo un'altra decina di minuti,ernie iniziò a singhiozzare,ma non si mosse ancora. vidi solo le dita delle mani e dei piedi che a tratti si contraevano e rattrappivano.
poi iniziò a salmodiare le sue preghiere per lei.

passarono forse due ore. fuori dalla finestra il sole aveva lasciato posto alle tenebre,segate in due dalle sbarre. un gufo prese a lamentarsi nel parco della perversità umana.
ernie giaceva bocconi tra i piedi del suo dio terribile. forse era svenuto. aveva subìto altre torture ed era stato costretto a leccare dal pavimento ogni traccia di liquido.
forse sognava di essere su un altare. il coltello di ossidiana sacrificale gli apriva il petto scarno e vi estraeva il cuore. nel suo sogno,forse era felice di immolarsi per Lei.

laura darkside si asciugò il viso con una salvietta profumata e recuperò a poco a poco il suo autocontrollo. mi sorrise e mi chiese:
-ora ha visto con i suoi occhi che anche oggi non si sono dimenticate le antiche devozioni.ernie è finalmente felice e realizzato. il passato e il presente sono per lui diventati una dimensione unica. non ha bisogno più di un futuro
-lei applica una metodologia di cura piuttosto estrema,dottoressa. dirò alla sorella di ernie che sta bene,comunque. è sua la scelta di stare qui
-so cosa pensa davvero. lei è un libro aperto e non scordi che è una mia specialità leggervi dentro
-non mi crede?
-no. lei crede che io abbia plagiato ernie,come tutti gli altri miei pazienti. che abbia abusato della mia professione. che merito per questo il carcere
-lasciamo che decida questo la legge,dottoressa
-ancora no. io sono dio,l'ha visto,e pertanto sono aldisopra di ogni legge umana. ora malone la porterà in giardino,dietro la villa,e le farà scavare la sua stessa fossa. e presto la signorina strauss avrà notizie confortanti di suo fratello,che sta sempre meglio e tornerà a casa prima di natale
-il natale di che anno,dottoressa?
-lei è un miscredente e un vero comico. malone,portalo via. temo che questo paziente sia senza speranza

malone mi portò nel parco e mi buttò la vanga tra i piedi. la luna la rendeva un attrezzo magico,d'argento. l'infermiere si accese una sigaretta e aspirò a fondo.

-su,bello. la notte è breve e devo aprire bottega presto domattina. scava sotto quell'albero
-non c'è modo che possa convincerti a chiudere gli occhi un minuto mentre salto su quel muro e giù dall'altra parte?
-no. denunceresti anche me e inoltre mi stai sul cazzo. scava
-almeno non mi farai soffrire,dopo?
-no. anche io ho diritto alla mia dose di divertimento,no? soffrirai,ma non a lungo
-volevo appunto essere sicuro di tutto questo,stronzo

sollevò lo sguardo allarmato dal mio tono,ma non fece in tempo a proteggersi il volto. gli affondai la vanga di taglio tra gli occhi come fa il boscaiolo con la scure quando deve buttare giù una pianta.
malone andò giù eguale.

gerda strauss firmò il suo assegno senza battere ciglio,anche se era una discreta sommetta. era pallida e tirata,ma sembrava anche una uscita da un pozzo profondo.
mi sorrise debolmente,mostrando i denti da roditore.

-ernie sta meglio. è a casa adesso,sotto farmaci. quando si sveglierà,crederà di avere fatto un brutto sogno
-crede? e se volesse continuare a sognare?
-non si può desiderare l'inferno,una volta che si è riusciti a venirne fuori
-non si sa mai. la gente a volte è' strana,sa. capita che si desiderino anche cose che nessuno vorrebbe
-ernie starà di nuovo bene. può giurarci
-gli stia vicina e sia paziente con lui. forse si riprenderà davvero
-non ci crede,vero?
-diciamo che l'ho visto in quel posto. non potrei giurarci che sarà felice fuori di lì. ma è giusto che lei faccia il possibile per salvarlo

gerda fece il possibile,ma a volte il possibile non è sufficiente. ernie era un uomo di fede,l'aveva assunta dentro di sè come un motivo di vita,una vocazione,la sua gratificazione maggiore.
andò a trovare in carcere la dottoressa darkside tre mesi dopo. nessuno sa come riuscì a contrabbandare in un carcere di assoluta sicurezza una pistola calibro 38,ma ce la fece. forse pregò prima che avvenisse un miracolo e venne esaudito.
sparò a due guardie cercando di fare fuggire di là il suo dio,ne uccise una e ne ferì un'altra. li abbatterono entrambi prima che riuscissero a raggiungere l'uscita.
pare che ernie sorridesse felice,quando lo rivoltarono sulla schiena. era finalmente di nuovo con il suo dio e nessuno avrebbe mai più potuto separarli.