Luna Park
di Almondeyes
Luna park, luci, suoni, colori.
Dall’alto il mondo fa rabbrividire per quanto è bello.
Catene che cigolano, la forza centrifuga mi fa volare in aria, urlo strozzata
con il cuore in gola, la mia voce si mischia a quella degli altri; unica
differenza fra me e loro, sospesi nel vuoto, il colore del diverso seggiolino.
Lui davanti a me, solo i suoi capelli vedo e la schiena, la maglietta sgualcita,
i jeans a vita bassa, le scarpe morbide. Le vene dei polsi e delle braccia che
si fanno evidenti, nello sforzo di aggrapparsi.
Adrenalina, coraggio, il mondo sembra nostro da quassù.
Mi aggrappo alla sua catena, si volta, sorride, la luce negli occhi…
La stessa di prima, quando mi ha presa con forza là, sulla spiaggia, affondando
il mio corpo sul bagnasciuga, nella rena molle e docile come la mia carne sotto
i suoi colpi, continui, senza pietà.
Lo guardo ora, lo sfido.
Aggancio il piede al seggiolino, la forza si accumula
nella parte anteriore del muscolo della gamba, nel polpaccio. Spinta, forte,
decisa…
Vola lontano, ancora cigolano le catene.
Caracolla di lato, io mi sporgo in
avanti per riagguantarlo, questa volta il suo sguardo mi implora. Voglio volare
ancora…
“Vai!” urlo.
Di nuovo concentro l’elettricità nel polpaccio fino a farla a
esplodere, come il suo orgasmo, verso l’alto il braccio obbediente ad afferrare
la bandiera.
“Altro giro, altra corsa. Vincitori il numero 5 e 7” gracchia l’altoparlante. Ci
guardiamo scendere, felici, il sogno per noi può durare ancora un pò…