Fa come vuoi

di   Angeljca

 



Costretta a liberarsene, lei di tutto avrebbe fatto a meno, ma non di quello.
Ora non importa dire cosa, Lui lo sa.
Si versa da bere e per l’ennesima volta si siede al computer e legge, lo legge. Va verso il pc come andasse verso di Lui, attraversa la stanza nuda. Lentamente, si siede e legge, lo pensa. È sorpresa, le Sue parole riescono a toccarla.
Non è abituata a questa maniera, blanda, ambigua, voluttuosa. La scrittura diventa un piacere puramente sensibile, non è possibile fingere senza provare realmente dolcezza e abbandono. Lui la prende, parola per parola, dall’inizio alla fine.
Lei scrive e nelle sue parole c’è un sottile accento di scusa, non è facile spiegare ma la verità Lui ce l’ha, ora, lì davanti: lei lo legge.
“Fa come vuoi…”, scrivono le sue dita e nel dirlo deliberatamente la sua mano sfiora il polso. Il ricordo. E il pensiero scivola veloce a tutto il Suo corpo. Di Lui. Ora dall’altra parte dello schermo, che la guarda a sua volta.
Lei lo contempla in quella posizione, seduto su una sedia, la camicia aperta, sbottonata, la cerniera bassa. Un braccio alla tastiera e l’altro steso verso il busto. Lei fa scivolare gli occhi, lo avvolge, come Lui avvolge lei, e si ferma lì. Sulle Sue gambe fasciate dalla stoffa, che non si incrociano. Ma mostrano il tessuto teso.
Lui fa il duro adesso e lei ha la faccia inevitabilmente volgare. Irresistibile.
Una reazione che incatena. Lui ripete il gesto, intreccia le Sue dita, stringe il pugno e lei, come se avesse ricevuto un comando muto, gli obbedisce. Si accarezza, getta le sue gambe sulla scrivania e naturalmente s’apre, si strofina, si fruga dentro. Cerca Lui tra le sue cosce.
Lei è ispirata, Lui la incanta.
Allunga una sua mano senza rendersene conto e la posa sulla schermo, lo tocca. Vuole che Lui senta quanto stringerebbe lei adesso, imprimendo lentamente il ritmo che Lui le lascerebbe dare. Lei rimane lì, incredula, travolta, a sentire il Suo pulsare per tutto il tempo.
Lei vuole essere la Sua bambina, vuole imparare a suonare il Suo strumento.
E si fa più avanti intanto, fino a sentire un brivido gelato contro il petto. Completamente assorta, struscia con un seno il freddo dello schermo e sussulta, poi ritorna indietro, arretra, lei è sorpresa. Si risiede e lo rilegge ancora.
Ora sussurra quasi, le mani fisse sul mucchietto rosa. La sua carne liscia. Perfetta. Morbida sotto le sue dita, che a due a due si avvicina, si infila, si mette in bocca. Lei succhia, e sente mormorare Lui.
Non c’è nessuna resistenza, lei brucia. Non chiede, non pensa, si obbliga a premere il suo volto contro il monitor dove vuole che Lui sia. Lei vuole Lui, e lì, inginocchiata a terra, lei viene, lei viene e glielo dice.
Glielo sta dicendo.