Vacanze in tenda ?

di  Angie02

 



- No così non va non può andare avanti ancora tanto
- Lo so hai ragione ma cosa ci posso fare? Dimmi cosa?

Non ne posso più, l’ennesima discussione e sempre lo stesso argomento, il sesso, se ne fa troppo poco, non c’è fantasia, uffa lo so ha ragione ma io cosa ci posso fare cazzolina? Cosa? Il lavoro, la casa da mandare avanti, le figlie ed io arrivo a sera che sono cotta e stracotta e come mi siedo sul divano, patatrac sono già nel mondo dei sogni… e che sogni non mi sveglierebbe neanche una cannonata.

Michele ha ragione, si sente trascurato fortuna che tra poco arrivano le vacanze e ci si rilassa un po’ anche se quest’anno sta idea delle vacanze in tenda, mah. D’altronde è aumentato tutto, gli alberghi costano da morire, i villaggi neanche a parlarne, in appartamento no perché mi mancherebbe l’aria, io volevo andare in un agriturismo che mi hanno consigliato sugli appennini parmensi, ma bisognava andare per forza al mare perché se no le figlie ci torturavano ed allora vediamo sta idea del campeggio.

- Ma Michele adesso dove andiamo a vedere per la tenda?
- Un mio amico mi ha detto che ci sono delle buone offerte da Decatlon
- Cerchiamo di prendere almeno una tenda che abbia un minimo di privacy altrimenti passiamo delle belle ferie
- Guarda per quello che combiniamo noi ultimamente potremmo prendere anche una tenda trasparente

Meglio se sto zitta perché altrimenti ricominciamo a litigare, pochi minuti, arriviamo nel piazzale, stracolma di macchine, persone, famiglie con i bambini. Entriamo e cominciamo a gironzolare tra scarponi, kayac, biciclette e completi da pallavolo, tute da sub ed attrezzature per chissà quale strana arte marziale. Mi attirano delle tutine in offerta attillate, attillatissime di quelle che ti segnano il culo così tanto che …. , ma mi basta uno sguardo di Michele per capire che non è il caso di fermarmi. C’è materiale per tutti gli sport e le attività, dalle mutande per il trekking alle frecce potenziate per la caccia al cinghiale ma di tende neanche l’ombra. Michele è sempre più nervoso, chiediamo ad un commesso che ci manda all’esterno, fuori di fianco al grande magazzino c’è il reparto tende con alcune tende già montate in esposizione.

Ci sono tende grandi e tende piccole, ad igloo ed a tukul, questo è troppo grande, no questa è piccola, questa è cara, questa mi sembra troppo leggera, stiamo arrivando in fondo all’esposizione, quando vedo una tenda piccola, piccolissima, una tenda mignon.
- Guarda Michele fa quasi tenerezza, ma chi usa una tenda del genere, non si riesce neanche ad entrarci, “tenda due posti trekking”. Due posti? Ma come fanno a starci?
- Ci stanno, staranno vicini
- Secondo me non ci stanno, guarda proviamo
- Ma sei matta insomma, dai andiamo

Michele non vuole giocare, non è in vena, ma io ho voglia di giocare, adesso ora, lo guardo, sorrido. I suoi occhi mi guardano mi fissano, ..
- Che cosa vorresti dirmi con quegli occhietti? Ma te sei matta!!!
- Dai vieni proviamo se ci stanno davvero due persone

Mi infilo nella tendina davvero piccola, Michele mi segue, entra a fatica si stende vicino a me.
Caldo, caldissimo qui dentro di muore, provo a muovermi raggiungo il fondo della tenda e chiudo la zip. Michele mi guarda e ride
- Cos’hai da ridere?
- Ahh Dio mio gli occhi, questo sguardo, io lo conosco mascherina mia, lo conosco è per questo che mi sono innamorato di te.
- Shhhhhhh, non dire nulla se no qualcuno ci potrebbe sentire

Mi affianco a lui siamo vicinissimi, lo spazio è ridottissimo
- Ma sei matta insomma, se qualcuno se ne accorge? Se qualcuno apre la tenda?
- Shhhhhhhhh non dire niente se qualcuno … ci penseremo dopo

Le mie mani vanno ad accarezzarlo, prima il viso, a toccare ogni lembo di pelle, la fronte le orecchie, gli occhi, quegli occhi neri come la notte e come la notte brillanti di stelle che me lo hanno fatto amare già da ragazzina, il collo forte e poi le spalle e le braccia, muscoli, forza, le mani così grandi e così gentili, mani che portano i segni del lavoro, la durezza della fatica eppure sempre dolci, delicate, pronte a proteggere, carezzare, giocare.
Poi il torace, l’addome, che non è esattamente quello di un culturista però io lo amo così con la sua pancetta e poi un po’ più giù.
Le mani dentro i pantaloni ed i miei occhi nei suoi, le mie dita a stuzzicare, solleticare risvegliare, slaccio i pantaloni provo ad abbassarli almeno un po’.
Lui è lì immobile, mi guarda, poi chiude gli occhi e abbassa la testa indietro, è il suo segnale, il suo darmi il via, alzo la sua maglietta comincio a baciarlo a seguire con la lingua percorsi conosciuti ma sempre nuovi che portano sempre là al centro del piacere.

Da fuori, dal piazzale, voci, rumori di passi, “ma quanto costa questa tenda”, “Mario guarda che bella questa tenda blu e rossa”, “Niccolò stai fermo, scendi subito da lì”, devo staccare, allontanare questi rumori ed ascoltare il suo respiro, il suo corpo, il mio corpo. Il suo odore mi aiuta, entra nelle narici sa di maschio, di sudore, non è cattivo prepara la strada, mi fa andare in orbita, la mia bocca adesso lo cerca, inizia a baciarlo, adagio dolcemente, e poi subito lo inghiotte, lo succhia.
Mi piace sentirlo crescere dentro di me, mi piace sentirlo diventare grosso, duro, liscio, caldo e pensare che lo fa per me, grazie a me. La lingua lo percorre su e giù tutto attorno alla punta, la dove più gli piace, bastano pochi minuti e raggiunge il massimo dell’eccitazione, lo bacio e lo guardo negli occhi, lo faccio uscire, lo inghiotto, faccio rumore e lascio che la saliva coli dalle mie labbra, lo so che questo lo fa impazzire.

Le sue mani si infilano nella maglietta a toccare le mie tettine, a palparle, a giocare. Lo fa con eccitazione, lo fa con forza, con rudezza quasi, ma mi piace, stiamo correndo, stiamo volando a velocità pazzesche.
Fa sempre più caldo in questa tenda, sempre più voci intorno a noi eppure sono così lontane, io concentrata solo sulle fitte di piacere che vengono dalle mie tette, dalla mia figa, sempre più eccitata, sempre più vogliosa.
Le mie mani corrono a toccare, giocano con il suo e con il mio corpo, un dito, due dentro di me, le sue mani ad accarezzare il mio corpo, le mie dita dentro di me, forte, forte, a fondo, fino in fondo, sento il piacere salire dentro di me ma non voglio venire così.
Salgo su di lui, mi accovaccio cercando di trovare una posizione che non faccia intuire da fuori e poi mi infilo su di lui, la mia figa come una bocca ingorda ed affamata lo avvolge e lo ingoia, fino in fondo. Vorrei saltare su di lui, cavalcarlo come fosse un cavallo selvaggio, vorrei urlare, vorrei gridare quanto mi piace, ma non posso i movimenti sono limitati ma il contatto è così intimo, così profondo che il piacere mi assale all’improvviso.

Il mio piacere che si mescola con il sudore, gocce di sudore che corrono sul mio corpo, tra le mie tette, lui sotto di me ansima spinge, guarda il mio volto stravolto, il trucco che scivola via come una maschera i nostri corpi appiccicati e l’orgasmo che sale che sconvolge che mi fa tremare, che mi fa ansimare. Lui mi bacia, a fondo la sua lingua dentro la mia bocca, mi stringe quasi a voler placare i miei fremiti, i miei sussulti. La sua bocca incollata alla mia per non farmi urlare ed il piacere che mi invade, mi scuote, arriva in fondo alla mia pancia, dentro la mia testa. Poi piano, piano se ne va lasciandomi stanca, senza fiato, con i capelli incollati al viso, bagnata di sudore e di umori.

Lui è ancora dentro di me, aspetta il mio tempo, asseconda la mia onda.
Mi muovo adagio stringo le gambe è dentro di me appena appena, la sua cappella avvolta nella morbidità delle mie labbra. Mi muovo piano, un movimento quasi impercettibile, adagio lentamente, a vederlo fremere dal piacere, vorrebbe spingere, fino in fondo ma aspetta lascia che sia io a condurre il gioco, adagio avanti e indietro un movimento quasi invisibile agli occhi ma che si fa sentire, un po’ più veloce un po’ più a fondo.
Tutto scivola dolcemente, pelle contro pelle, la mia voglia a rendere tutto scivoloso, lui dentro di me sempre un po’ di più sempre un po’ più veloce.
Il mio corpo si risveglia, mi sento ancora più vogliosa e bagnata, più viva e più femmina, le voci di fuori sono così vicine a noi eppure così lontane.
Più a fondo più veloce, adesso è dentro di me, io spingo lo voglio sentire forte, la dolcezza ha lasciato il posto alla voglia sfrenata, stiamo spingendo, ansimando sempre più forte.

Mi spinge verso l’alto, il mio corpo preme sulla sottile stoffa della tenda, la deforma, i miei sospiri si fanno lamenti, si fanno voce del piacere.
- Mamma guarda, guarda quella tenda si muove, c’è qualcuno
- Lascia stare Niccolò, e vieni qua con noi dai
Si Niccolò lascia stare è meglio, lascia stare.
Sto godendo sto godendo di nuovo, ma voglio farlo con lui, muovo il mio bacino scrivo degli otto con il mio corpo, sento il suo cazzo dentro di me, nella mia pancia, lo sento caldo, bollente, duro, esigente, vedo il suo viso sconvolto dalla fatica, dal caldo, chiude gli occhi mi spinge su, su e poi come un torrente che rompe gli argini, viene dentro di me.
Un fiotto due, tre, sembra non finire mai.
Il caldo del suo seme mi fa esplodere e vengo anch’io, le mie unghie sul suo torace e le mie gambe che lo stringono, mi morsico le labbra per non urlare e mi lascio andare sopra di lui, lascia che il mio corpo sussulti senza controllo, sballato da un fuori giri.

Lascio che il mio corpo riprenda il controllo di se stesso, mi stendo al suo fianco, riprendo fiato, tra di noi silenzio, niente parole non servono, i nostri occhi, le nostre mani, i nostri corpi, il nostro odore, il nostro essere sconvolti, parla per noi.
Provo a ripulirmi un po’, a ripulire lui, ma è un impresa impossibile.

Apriamo adagio la tenda e cerchiamo di uscire senza farci notare, un bambinetto con la frangia, poco più in la, tira la mano della sua mamma:
- te l’avevo detto mamma che c’era qualcuno guarda, guarda
- Niccolò adesso basta con sta storia smettila
Già Niccolò smettila.

- Trovato qualcosa che fa per voi signori?
- Sa non credo che la tenda sia l’ideale per le nostre vacanze
- Sono d’accordo con te amore mio
- Sa fa troppo caldo, vede come siamo sudati e poi io vorrei un po’ più di privacy, non vorrei rischiare qualche … scandalo, capisce? Non credo capisca, mi scusi

- Scema
- Scemo tu, andiamo a casa di corsa che abbiamo bisogno di lavarci, prima che ci assalgano le mosche.