La carrozza 69
di Ayse
... torno come tutti i week end... Il viaggio di ritorno è sempre un po' come morire... L'andata è libertà, il ritorno è cupo ... un'abbandonare andando... Nello zaino le ciliegie sotto spirito della mia amica,per scaldarmi il cuore.Percorro il corridoio del treno . L'odore di sporco e di polvere nera che è tipico dei vagoni mi avvolge. Il treno è ancora fermo. Cerco la carrozza, diversa come tutte le volte, ma sempre uguale.Mi siedo vicino al finestrino, posto 69...guarda un po' tu che numero . I soliti sedili in similpelle marrone, come quelli della mia vecchia 127,bruciature di sigaretta, strappi nella fodera dai quali esce una gommapiuma che una volta doveva essere gialla ma ora non più.Tiro fuori il tavolino sotto al finestrino per appoggiare il mio libro e accendo l'mp3. De Andrè mi canta nelle orecchie e mi scalda un po' l’anima, sono triste dall’idea del week end finito.Fuori arriva il crepuscolo e l'aria si vede che è fredda anche se sul treno si soffoca. Mi tolgo il giubbotto, forse la mia maglietta è troppo scollata ma non ci faccio caso, sono da sola nello scompartimento. Alzo la testa e ...ecco... non sono proprio sola. Un paio di occhi magnetici mi guardano dal posto di fronte . Che strano non aver avvertito la presenza di un'altra persona. Che sguardo! Fitta. Laggiù in basso. Sotto l'ombelico. Mi capita sempre così quando vedo qualcosa che mi piace.Faccio l'indifferente, guardo fuori dal finestrino ma quegli occhi sembrano una calamita e mi ritrovo di nuovo inchiodata allo sguardo del mio compagno di viaggio. Inizio a sentire caldo. Involontariamente comincio ad accarezzarmi piano la pelle scoperta del collo. Scendo dentro la scollatura con la punta delle dita, senza accorgermene. Lui pare indifferente ma colgo uno scintillio divertito , un riflesso brillante negli occhi, un lampo. Mi lecco le labbra con la lingua, mi accorgo di averlo fatto, e dentro di me penso che lui potrebbe fraintendere. ...E mentre mi attraversa questo pensiero il mio corpo va avanti da solo nella sua danza di seduzione. Le cosce si divaricano, le mani scendono e dalla scollatura passano ad accarezzare l’interno coscia. I pantaloni leggeri che porto sono impalpabili e le mie mani sono calde attraverso la stoffa. Divento conscia anche di questo gesto e mi ricompongo. Tiro fuori il libro e inizio a rileggere la stessa frase due, tre, quattro volte … ogni tanto alzo lo sguardo … in pochi secondi nella mia mente faccio una fotografia di colui che sta scatenando in me tutto questo trambusto. Sguardo veloce: castano. Altro sguardo furtivo: sui 45 anni. Di nuovo, alzo gli occhi. Rubo un’altro fotogramma :magro, nervoso, tosto .Non grosso, muscoli e nervi dovunque, un guizzo paradossalmente immobile in quel corpo, strano a dirsi. Le gambe pure magre ma forti. Sorride da quando mi sono accorta di lui ma pare più una sua condizione naturale che un sorriso fatto apposta. Intanto la danza ricomincia senza che io ne sia consapevole, sento caldo e mi sento umida. Ogni sguardo veloce è come una stilettata al basso ventre.Cazzo … le mutandine … bagnate. Che imbarazzo … Poi all’improvviso prendo coscienza , scatta qualcosa in me … voglio giocare. Lo sconosciuto mi intriga e anche il rischio di provocare qualcuno che non conosco. E’ più forte di me .Poso il libro, pianto gli occhi nei suoi ,vedo che capisce. Inclina leggermente la testa da un lato come a dire “vediamo cosa sai fare, stupiscimi” . Questa volta la lingua sulle labbra le passo con intenzione, le inumidisco appena. Poi spingo gli incisivi nel labbro di inferiore, mordo un po’. Guardo fisso nei suoi occhi e vedo che annuisce – vai avanti – mi dice con gli occhi e io continuo . Muovo la mano dentro la scollatura in una carezza delicata sul seno, non gli mostro niente, solo i miei gesti sotto la maglia. L’altra mano scende scoprendo la pancia, mi accarezzo lentamente il ventre bianco e morbido e poi lascio che si infili nei pantaloni .Sento subito il mio bacino spingersi verso l’alto per venire incontro alle dita. Lui mi guarda sempre, con la testa inclinata di lato e quell’espressione tra il divertito e l’intrigato. Può immaginare tutto ma non vedere niente, solo i movimenti nascosti e i miei occhi socchiudersi quando le mani da sotto i pantaloni scivolano dentro le mutandine. Si scopre appena la dolce curva dei fianchi . Mi porto il dito alla bocca e con un gesto dell’altra mano cerco dove è più bagnato e caldo e in lente spirali mi accarezzo. Il fatto che lui mi guardi e non faccia nulla mi eccita da impazzire. Ora mi provoca con lo sguardo e mi sfida a continuare, non ha bisogno di parlare, la sua eccitazione è visibile sotto i pantaloni ma non cerca toccarmi, gli basta guardarmi, e io ormai non posso più fermarmi . Le guancie sono arrossate, i sospiri mi escono dalla bocca sempre più veloci e lui capisce che può bere con gli occhi tutto: la scena, i rumori, gli odori, i gesti. Inizio a tremare e il piacere diventa incontrollabile. Dimentica di tutto tranne che di quegli occhi così strani, vengo, li sul treno,incurante che chiunque potrebbe entrare, cullata dal ritmo dei vagoni che scivolano sui binari e appagata da quello sguardo magnetico che nulla mi chiede tranne che di guardarmi godere … |