Bengasi

di  Furetto

 

 

  Andrea stava leccando i piedi di Paola, docilmente, come era abituato a fare da molto tempo.
Era una calda notte di agosto e fuori non tirava un filo di vento.
Che sublime piacere, pensava Andrea. Sentiva tutta la forza simbolica di quel gesto.
Erano gli attimi che prediligeva: intensi, profondi, intimi. Steso per terra, inerme, muoveva ritmicamente la lingua tra le dita dei piedi della donna. La loro storia iniziò un'estate di dieci anni prima.
Erano ancora dei ragazzi e frequentavano entrambi la sala giochi del bagno "Bengasi", a Viareggio. Lui era più grande di due anni, ma aveva un aspetto decisamente immaturo, mentre lei sembrava già una donna adulta.
Il loro modo di incontrarsi segnò tutto il rapporto che successivamente si instaurò. Paola stava camminando distrattamente verso il bancone della sala giochi per cambiare delle monete in gettoni. Urtò Andrea. Le monete caddeso per terra, disperdendosi tutto attorno.
Paola sbuffò, tirandosi indietro una ciocca di capelli. Adesso le raccogli tutte, disse. Andrea ubbidì all'istante e raccolse le monete, consegnandole alla ragazza.
Scusa, le disse, con gli occhi bassi. Lei non proferì parola e andò a cambiare i soldi.
Adesso quella ragazza definitivamente sbocciata in donna se ne stava tranquillamente seduta in cucina, in una notte insonne e calda e si faceva leccare i piedi da quello che era diventato il suo schiavo.
Improvvisamente si alzò dalla sedia, spostando leggemente l'adiacente tavolo e disse ad Andrea: non ti muovere, amore, con voce dolce ma ferma. Si diresse verso la dispensa in cui tenevano alcuni generi alimentari. Aprì lo sportello. Prelevò una scatola di biscotti. Ritornò verso Andrea e appoggiò la confezione sul tavolo. Poi uscì dalla cucina. Seguirono attimi di silenzio.
Rientrò calzando delle scarpe con dei tacchi lunghi dieci centimetri e con in mano un frustino, piccolo ma rigido. Si rimise a sedere. Estrasse dalla confezione un biscotto e lo gettò per terra. Con il tacco lo sbriciolò, frammentandolo in tanti pezzi. Sai cosa devi fare, amore, disse la donna. Andrea, a quattro zampe, chinò la testa e mangiò i frammenti del biscotto.
Quando ebbe finito, Paola si piegò leggermente verso il pavimento. Scosse la testa e contemporaneamente partirono due frustate molto dure che colpirono le natiche dell'uomo, che strinse i denti per non urlare.
Hai lasciato delle briciole. Sai che è una cosa che mi fa imbestialire, disse la donna. Andrea annuì e leccò nuovamente il pavimento, avendo cura di depurarlo da qualsiasi detrito indesiderato alla Padrona. Paola era così.
La sua dolcezza era capace di trasformarsi in durezza nel breve volgere di pochi istanti, con un' affascinante fusione di elementi caratteriali contrastanti in un'unica persona. Aveva imparato a conoscere fin da subito questa peculiare caratteristica di Paola.
E forse era stata la cosa che lo aveva fatto innamorare. Dopo l'incidente delle monete, Andrea aveva cominciato a frequentare gli amici della ragazza e spesso loro due conducevano un intenso gioco di sgaurdi, che si svolgeva nei momenti più vari della giornata: dentro la sala giochi, mentre lei giocava a ping pong e lui al video game della formula uno; in riva al mare, mentre passeggiavano insieme agli altri amici; la sera, mentre la comitiva fumava marijuana sulla spiaggia.
Una sera rimasero soli. Mica crederai di baciarmi, ora? gli sussurrò lei nelle orecchie, provocandogli un intenso brivido.
Non mi permetterei mai, rispose lui, incespicando sulle parole, quasi in preda al panico.
Io credo di sì, invece... e poi le loro lingue si incrociarono, in un bacio lungo e penetrante. Quando finirono di baciarsi, Andrea sorrise, soddisfatto e sorpreso al tempo stesso per la direzione che aveva preso la serata. Lei lo fissò negli occhi per qualche secondo e poi gli tirò uno schiaffo che lo fece oscillare.
Mi hai baciata alla fine, gli disse ridendo. Andrea rimase interdetto.
 In pochi secondi, aveva assoparato la dolcezza e la durezza di quella ragazza...
Adesso andiamo a letto, amore, disse Paola, non appena Andrea ebbe finito di leccare le briciole sul pavimento della cucina, facendo riemergere l'uomo dai suoi lontani ricordi.
Sì, rispose lui, alzandoti. Silenziosi, varcarono la porta, diretti verso la camera da letto. Dopo pochi minuti da quando avevano spento le luci, Andrea aveva cominciato ad assopirsi, ma la voce di Paola, improvvisa, gli impedì di sprofondare nel sonno..
A che cosa stavi pensando, prima, in cucina? l'uomo sospirò. Per quella donna era un libro aperto, ormai.
A quando ci siamo conosciuti, durante quella vacanza a Viareggio, rispose. Paola restò in silenzio per qualche secondo, poi disse: sai.. anch'io stavo pensando la stessa cosa, a quel bacio, in riva al mare e allo schiaffo, dopo...
Andrea sospirò nuovamente, quanto tempo è passato, disse.
Ma noi siamo sempre gli stessi, gli sussurrò lei in un orecchio, regalandogli l'ennesimo brivido...