Revolver

di  Lagattanera

 



Le mani saldamente poggiate al muro, spingono con forza contro la parete come per oltrepassarla.
Rumore confuso di fiato rotto e mugolio trattenuto a stento, si perde nella cornice elettrica e bluastra del sottosuolo metropolitano. Le ombre si disegnano nella poca luce che filtra ad ogni passaggio del treno, due figure prendono forma nitidamente così come altrettanto nitidamente diviene chiaro il loro mischiarsi.
Un uomo e una donna stanno facendo sesso.
L’ora tarda rende difficile il passaggio di altre persone, questo è il vantaggio del maschio bianco che la tiene piegata, quasi in ginocchio, divaricata mentre la sbatte violentemente.
Non può gridare, non la potrebbero comunque sentire anche se decidesse di farlo, intorno a loro soltanto umidità e sudiciume.
La donna è solo una vittima.
Un’altra che si è trovata di strada, colta come un occasione solo per aver accennato un sorriso.
Una troia come tutte troie sono del resto quando sentono salire dentro di loro il cazzo, solo questo pensiero si forma fisso nel cervello dell’uomo che continua a sbatterla e a piegarla contro il pavimento.
Ma la donna non urla e non deciderà affatto di farlo se non per piacere.
Non è lei la vittima questa notte. Sta semplicemente confondendo l’ uomo rendendolo del tutto padrone della situazione, ignaro e sicuro che lei non farà alcuna mossa contro di lui perché è lui il più forte. Decisamente è sempre il maschio il più forte.
La donna ride, sinistra, coperta ma ride è un vero peccato pensa tra sé che un così magnifico esemplare di maschio debba finire in questo modo. Truce. In fondo il ragazzo se la cava bene a menare colpi deve aver fatto buona scuola considerata la giovane età. Ma non è così che ci si comporta, incontrare una donna per strada e invitarla a fargli un pompino, decisamente ha bisogno di essere educato, ci vuole qualcuna che gli insegni le buone maniere.
Non è lei che si è trovata dinnanzi alla belva ma l’esatto contrario.
Lui questo ancora lo ignora, è la sua debolezza in fondo non sapere quello che succederà e quello che la donna deciderà di fare una volta seccati i coglioni.
La veggenza fa parte della sensibilità femminile è del tutto estranea al mondo maschile, del tutto estranea anche a lui così virile e sicuro di sé in procinto di un furibondo orgasmo.
Lo sente crollare sopra inesorabilmente, svuotato, soddisfatto, ancora una volta vittorioso.
I pantaloni calati alle ginocchia e distratto soltanto dalla beatitudine di una sborrata degna di lode, la donna lo guarda pateticamente nella spettacolare vulnerabilità del momento.
Si rialza, lo scosta da lei e lo fissa dritto in faccia.
L’angolo della bocca sbafata diviene un sorriso uncinato, niente male dolcezza, peccato che tu da questa notte non avrai di meglio da mostrare. Le mani della donna salgono al viso, le unghie rosse laccate si perdono fra i capelli del giovane. Anche lui sta sorridendo che grandissima troia ha incontrato stanotte. Lentamente dall’autoreggente luccica uno sfarfallio metallico, la donna estrae qualcosa, repentina posa sulla fronte del ragazzo e preme il grilletto.
Un colpo, soltanto uno in canna, un bang come un flash di fotografia immortala il momento di stupore prima e smarrimento nell’immediato secondo dopo. Un colpo, dritto, in mezzo agli occhi
lo incolla al muro come un graffito. Del piacere stampato sul viso dell’uomo adesso soltanto la distorsione dei tratti stirati dal rilassamento dei muscoli e lenta la scivolata del corpo verso il basso, la testa sembra seguire una traiettoria invisibile fissandola, lei e lo sguardo macabramente verso il poster dietro di lui in una moderna posa scenografica.
Si aggiusta i capelli, si ricompone l’abito, rimpolpa la bocca di nuovo rossetto, rimette al suo nascondiglio il gioiello e gatta scavalca il cadavere tirandogli un bacio.
Le puttane si fanno pagare figliolo, decidono loro la moneta giusta, per quella di stasera il prezzo è stato molto più alto, c’est la vie.


BANG per tutte le volte che ho amato un uomo stupidamente.
BANG per tutte le volte che mi sono sentita usata, delusa, tradita e umiliata.
BANG per tutte le volte che avrei dovuto premere quel cazzo di grilletto.