Occhi
di Matilde
Maddalena scosta la ciocca di capelli che umida di sudore le si appiccica alla
guancia. Guida lenta nel traffico caotico del venerdì sera. Finalmente la
settimana di lavoro è finita.
Cerca di concentrarsi sulla guida ma il suo pensiero non riesce ad allontanarsi
da te. C’è una sorta di corrente che vi unisce, che le permette di avvertire i
tuoi stati d’animo. Ma da alcuni giorni non riesce a “ sentire “. Percepisce
solo una strana, inquietante sensazione di disagio.
Il caldo afoso di Luglio le comprime i pensieri rendendoli offuscati.
Finalmente arriva, parcheggia ed entra nel silenzio ovattato del suo
appartamento.
È stanca. La camicia azzurro pallido è incollata alla sua pelle.
È stata una giornata lunga e affannosa. Il lavoro in questo periodo è
devastante.
Si lascia scivolare sulla sedia della cucina. Appoggia le borse della spesa, si
sfila le scarpe e mette i piedi nudi a terra cercando refrigerio. Rimane così,
appesa a quella sedia, come una bambola di pezza inanimata cercando di
recuperare lucidità.
I minuti trascorrono prima che trovi la forza di alzarsi. Scalza sale le scale e
si dirige in camera. La camicia plana sulla poltroncina, seguita dalla gonna di
lino bianco, dal reggiseno e dal perizoma.
Nuda si stende sul letto.
È quasi un rito questo suo liberarsi degli indumenti lanciandoli per aria, per
poi tuffarsi sul letto e gustarsi una pausa di relax completamente nuda mentre
la mente insegue sogni e fantasie.
È bella.
Figura distesa sul copriletto rosa. Curve armoniche disegnano il corpo di donna
supino. Una guancia appoggiata al fresco tessuto, gli occhi chiusi, i capelli
scuri che formano una cascata di riccioli aperti a raggiera, la bocca umida e
socchiusa che lascia intravedere i denti bianchi e perfetti.
La schiena liscia dalla pelle morbida dove si nota il segno del costume. I
glutei sodi, alti, le gambe leggermente piegate, le caviglie sottili, i piedi
piccoli e curati.
Se tu fossi qui ora non riusciresti a non toccarla.
Tu .
Il pensiero smembra la stanchezza e libero si dilata per trovare materia che lo
innalzi.
Tu dentro alla testa.
Tu e le mille sfumature dei tuoi occhi che ha imparato ad amare.
A decifrare.
Ad uno ad uno li vede riaffiorare. Mentalmente li elenca .
- Occhi leggermente contratti, asciutti e vigili : sei concentrato sul discorso.
Cerchi di leggere oltre le parole. Prepari la risposta ad una domanda non ancora
espressa. Occhi che indossi quando vi è altra gente con voi. Attento alle
sfumature .
- Occhi fermi, asciutti e ristretti: La luce è bassa, appannata da pensieri che
solo tu conosci. Ma che interferiscono fra voi. Sguardo che si ritrae e non si
fida. Sguardo che analizza e seziona.
- Occhi socchiusi, severi, duri: Lama di luce gelida che esce fra le ciglia.
Quando sei arrabbiato. Quando pensi a qualcuno che ti ha ferito. Quando non
ascolti perché hai già giudicato.
- Occhi spalancati con piccole fiammelle luccicanti: Questi lei li adora. Sei
sereno e sorridente. Accantoni le difese e doni la tua allegria. Sono gli occhi
del fanciullo fiducioso che alberga in te.
- Occhi luminosi, umidi e velati: le gambe le tremano, il ventre si contrae
quando la guardi così. Trasmetti sensualità e passione. Il desiderio emerge con
un’intensità che la travolge.
- Occhi languidi e dolcissimi: gli occhi del “ dopo “ Vi è una tenerezza che
sublima l’atto. Purezza che nasce dall’anima.
Sono solo alcune delle tante espressioni. Se dovesse elencarle tutte non
basterebbero le parole. Ma nei tuoi occhi c’è il mondo infinito. Vi sono albe e
tramonti stupefacenti. Vi è la tempesta. Vi è la calma che la placa.
Vi è la vita.
Si perde nelle tue pupille.
I tuoi occhi sanno carezzarle l’anima.
Si muove sul letto, stiracchia le membra muovendo il bacino in un movimento
molto erotico. Le natiche si sollevano leggermente. I muscoli dei glutei si
contraggono. Le gambe si dischiudono lasciando intravedere il sesso liscio e
depilato. Sembra offerta e pronta per te.
Ritorna con la mente a pochi giorni addietro, a una delle esperienze più
incredibili che ha condiviso con te. Erotismo di inaudita violenza. Occhi che si
sono amati. Penetrati. Scopati. Un amplesso di sguardi. Tuffati uno nelle iridi
dell’altro fino a raggiungere l’estasi. Sente l’eccitazione tornare prepotente
al solo ripensarci.
Seduti uno di fronte all’altro, ognuno alla propria scrivania, divisi solo dallo
schermo del computer. Chiacchiere tranquille mentre le loro essenze si sfiorano.
Hanno mille cose da dirsi, piccoli scampoli della loro vita da condividere con
complicità.
Il loro è un rapporto difficile da comprendere. Dall’esterno qualcuno li
potrebbe definire amici. Altri più maliziosi direbbero amanti.
Ma non potrebbero capire cosa li lega realmente. A volte loro stessi non
riescono a definirlo.
Sicuramente fra loro c’è desiderio.
Desiderio che travolge. Esigenza di fusione che li fa ardere. Ma è solo
un’infinitesimale parte del loro amarsi.
Lui le racconta anche le sue storie con altre donne.
Storie di letto in cui a lei sembra di vedere solo l’uso della sua virilità.
Il suo cazzo è superbo. Il suo modo di scopare è divino. La sua lingua sa
accarezzare e leccare con maestria.
Ma nessuna forse conosce come sa farti morire solo guardandoti.
L’idea cresce e l’avvinghia.
Forse vuole dimostrargli qualcosa.
Forse vuole solo farlo godere.
Le piace giocare con lui. Le piace lasciarsi allettare dall’istinto dirompente.
La voglia di sperimentare nuove sensazioni in lei è soffio vitale.
Seducente e maliziosa inizia ad avvolgerlo .
Trama sottile fatta di movenze e sguardi.
Casuale la mano gioca con una ciocca di capelli. La arrotola su di un dito e la
porta a sfiorare le labbra. La spallina del leggero abito estivo scende nel
movimento scoprendo la spalla levigata.
Il dito lascia i capelli e percorre lentamente la pelle scoperta, accompagnando
la stoffa a scendere ancora.
Dita che si muovono come se volessero imbrigliare gli occhi che ora sono
incollati ai gesti.
Dalle bocca socchiusa fa capolino la lingua birichina che lecca le labbra con
stuzzicante golosità.
Intrigante.
Sensualissima.
Monella.
La mano scende lieve in una carezza che si insinua nel solco dei seni e non si
ferma.
Le dita entrano dentro al vestito strofinando i capezzoli.
Lui perde il filo del discorso. Segue quelle dita sentendo il membro prendere
vita.
Gli occhi di lei sono dentro ai suoi quando con un sussurro gli parla:
- Lasciati andare con me, gioca col tuo corpo, accarezzati –
Porta le dita alle labbra, le lecca ad una ad una, le immerge nella bocca
succhiandole avida, invitante, come se nella bocca ora ci fosse il suo fallo.
La leggera stoffa dell’abito lascia intravedere l’erezione dei capezzoli. Dita
luccicanti di saliva disegnano la tenera pelle della gola lasciando una scia di
luce. Scendono e si immergono nella scollatura andando a stuzzicare i bottoncini
di carne rosea che ora forano l’abito stretti fra i polpastrelli umidi.
Le mani di Maddalena circondano il seno, lo alzano portandolo ad emergere,
offerti ai suoi occhi, ma celati in parte dalle mani.
Lei lo guida con la voce mentre lo ammalia coi gesti:
– apri la cerniera, toccati per me come se le mie mani fossero ora dentro ai
tuoi boxer.-
lui sorride mentre l’accontenta. Conosce la sua voglia di guardarlo, sa che la
eccita da morire vederlo masturbarsi per lei. Le mani di lui scendono, aprono la
cerniera ed impugnano in una morsa il cazzo già duro.
- Guardami Maddalena – la invita con voce roca e resta stupito dal suo scuotere
la testa in un no inaspettato. – no , voglio guardare i tuo occhi, voglio
vederli godere –
Maddalena lascia scivolare le mani lungo i fianchi. Si accarezza voluttuosa
soffermandosi sul ventre, premendo la mano aperta sul pube, come a fermare il
tremore che sente nascerle dentro .
Poi le dita diventano rigide spingendo a forzare la stoffa. I muscoli delle
cosce sobbalzano. Sente l’umida risposta del suo sesso. Resta con gli occhi
incollati a lui.
- Vorrei essere bocca nelle tue mani. Vorrei essere lingua sulle tue dita.
Vorrei essere il sangue che ora gonfia la tua verga… - parole soffiate, sospiri
vellutati che lo inebriano.
Vede la reazione. Il dilatarsi degli occhi. Le piccole rughe increspare lo
sguardo mentre lui freme.
Scende ad afferrare l’orlo del vestito e lo solleva mettendo in mostra
l’attaccatura delle gambe. Non porta mutandine. Si intravede la fessura liscia e
rasata. Lei immerge le dita accompagnando il gesto con una piccola spinta del
bacino.
Lui lascia scendere la mano a palpare i testicoli.
- Vorrei la tua lingua ora al posto del mio dito… - un sussurro flebile mentre
ritira le dita lucide di umori viscosi.
Le porta all’altezza dei suoi occhi.
Gli fa guardare il suo miele.
Sentirne quasi il profumo.
Poi lo porta alle labbra e ghiotta lo gusta .
Sempre senza perdere i suoi occhi.
Vede la luce aumentarvi, piccole onde di lussuria attraversarli, diventare più
assenti e profondi.
Alza le gambe sulla sedia appoggiando i piedi sulla scrivania. Il bacino spinto
in avanti e il sesso ora completamente esposto.
Una mano scivola in mezzo alle gambe mentre l’altra si sofferma sul seno.
Accoglie la sua voce con un brivido profondo che la attraversa incendiandola .
:
– Ti voglio ora Maddalena, ti voglio da impazzire ! –
Il viso è trasformato. Il desiderio lo permea.
E gli occhi !
Luce lussuriosa emana trafiggendola.
Vorrebbe abbassare lo sguardo, sa che lui è prossimo all’orgasmo.
Resiste .
Vuole lasciarsi scopare da quegli occhi. Vuole vedere giungere l’onda, vederla
frangersi ed esplodere con fragore.
- No, voglio i tuoi occhi !– parole che rotolano fuori con difficoltà,
inframmezzate da gemiti.
Anche lei è vicina.
La mano aumenta il movimento.
Infila un dito in profondità, poi un altro.
Muove il bacino scopandosi davanti a lui.
Sente il suo respiro divenire mantice.
E guarda gli occhi.
Si restringono.
Si appannano.
Cristalli di luce emergono fra le ciglia.
La bocca contratta. La fronte imperlata.
Il viso assume la purezza della sofferenza.
Ora entrambi si muovono frenetici.
Vede le spalle rabbrividire. Le vene del collo gonfiarsi. Le labbra chiudersi
con forza.
Gusta ogni sfumatura mentre si lascia trasportare.
Lo vede irrigidirsi. Gli occhi si stringono fino a chiudersi. Le labbra si
spalancano lasciando uscire un gemito che pare rantolo.
Poi il suo nome gridato, suono sublime mentre spalanca gli occhi e le dona la
luce. La corrente la prende, la stritola, la scuote e lei si fonde mentre lo
raggiunge.
Posseduta.
Penetrata.
Da occhi che sanno farla morire.