Lo sai che non puoi

di  N67Nemo

 

 

  Sono passate le due quando la sento rientrare.
Cerca di fare meno rumore possibile quando entra nella nostra camera e si spoglia lentamente.
Mi chiedo come possa pensare che io dorma veramente. Forse lo sa che la osservo di nascosto mentre si sfila i jeans e si toglie la camicetta.
Faccio appena a tempo a scorgere il completo nero tutto trasparenze che le ho regalato per San Valentino perché sguscia verso il bagno. Dove la sento farsi una doccia veloce.
Non riesco mai a dormire quando lei esce con Marco.
Lei mi dice che dovrei cercare di non pensarci.
Ma nel sorriso dolce le si legge un lampo di compiacimento nell'immaginarmi a struggermi a casa ad attenderla. Sveglio.
Quando torna in camera fingo ancora di dormire,ma è solo un gioco dolce e crudele tra noi.
È nuda e bellissima.
Cerca un paio di mutandine ed una maglietta per venire a dormire al mio fianco.
Si stende sul letto ed inarca la schiena per infilarsi le mutandine bianche. Poi seduta si infila una maglietta. Bianca anche quella.
Si gira verso di me e mi sfiora appena la fronte con un bacio. Fingo di svegliarmi ora mormorando un assonnato "ciao amore".
Lei si gira dall'altra parte sussurrando "dormi amore, è tardi".
Aggiungere "è tardi" serve a sottolineare, forse involontariamente,
quello che entrambi sappiamo. Che è stata fino a tardi dal suo amante.
Come capita spesso.
Come potrei dormire? Il cazzo mi pulsa, le labbra si seccano.
Mi avvicino a lei da dietro.
La bacio sul collo.
Una mano scivola sui suoi fianchi. Lei si gira supina "cosa fai amore?"
La bacio sperando di trovare le tracce dell'altro.
Ma, come sempre, profuma di buono. Dell'innocenza che non ha mai avuto.
Mi sorride e la sua lingua accarezza le mie labbra per un secondo appena.
La mia mano ora è sul suo sesso e la accarezzo attraverso le mutandine, virginali di cotone.
È lei che abbassa il lenzuolo per scoprirsi. Allarga impercettibilmente le gambe.
Si fa ammirare nella penombra.
E mi sorride.
"Che c'è amore?" domanda, innocente.
Non rispondo ma le sfilo le mutandine.
Lei lascia fare mentre lo sguardo le scivola sul mio cazzo che le sfrega una coscia.
Mi piego a baciarle l'ombelico, scendo verso il suo sesso.
Lei mormora "dai smettila--"
Il mio cuore accelera, mi alzo mettendomi in ginocchio, seduto sui talloni, tra le sue gambe.
Impugno il mio cazzo mentre mi esce un flebile "-- posso?"
È in quel momento che il suo sorriso è attraversato da un lampo di dolce perfidia.
La mano con la quale giocava con i suoi capelli sul cuscino scende a coprirsi il sesso.
Non è pudicizia ovviamente.
È una barriera insormontabile.
Denial.
Si alza a sedere per avvicinarsi al mio viso.
Non ha tolto la mano dal suo sesso ma con l'altra mano mi accarezza la nuca mentre con le gambe aperte mi circonda.
Si avvicina al mio orecchio mi bacia e sussurra "lo sai che non puoi..."
Poi abbassa lo sguardo sulla punta del mio cazzo che svetta e sorride.
"Marco mi ha fatto venire due volte stasera, è stato bellissimo."
Io non riesco a fare altro che baciarla e cominciare a muovere la mano sul mio cazzo che sta già per esplodere in un orgasmo di frustrazione.
Ma non è finita, lo so.
"Vai di là in bagno che non voglio vedere i tuoi spettacolini amore."
Abbasso la testa. Sconfitto come al solito.
Lei torna a distendersi con un sospiro assonnato e si reinfila le mutandine mentre io mi alzo e, sempre con il cazzo inutilmente duro, esco dalla stanza.
"Ti ho lasciato in bagno le mutandine che indossavo stasera, puoi annusarle amore."