Il resto del carlino

di  Luca Balducci (Silverdawn)

 

 

  La finestra del mio studio dà su un parco dove molti portano a spasso i cani. Sto a pian terreno, così mi ritrovo faccia a faccia coi padroni e, spesso, ci si saluta perfino.
Lei non la salutavo mai, sempre assorta nei suoi pensieri, astratta, assente. Portava il suo carlino spesso, almeno due o tre volte al giorno; altre volte era un ragazzo che lo portava, un gran bel ragazzo. Non che mi piacciano, ma bisogna essere onesti: alto, muscoloso ma non falso, elegante anche negli abiti sportivi, distinto, curato, raffinato, dal viso maschio ma delicato... un uomo affascinante, insomma, sui trent'anni o giù di lì. Lei quasi più invisibile, sempre con la coda di cavallo, quei sui capelli castani tirati verso la nuca, abiti sportivi, niente o poco trucco da non vederlo affatto. Un gran bel viso ma un po' triste e un gran bel corpo ma mai ostentato. M'era capitato di fermarmi a fare le coccole al cane ma solo quando lo portava lui, senza quasi parlare come spesso capita. Ieri, nel gran caldo del primo pomeriggio, esco per prendere i sigari in macchina, apro il cancello, supero il culo della mia vecchia Dedra e mi ritrovo quasi fra i piedi il classico arf arf arf che i carlini non smettono mai di pronunciare... attaccata al guinzaglio del cane, c'era lei. Le coccole erano un obbligo, non potevo farmi sfuggire l'occasione.
"Poverino... hai sete? Fa troppo caldo? Vuoi un po' d'acqua?".
"Magari... è voluto uscire ma è veramente troppo caldo, oggi. Per rifare la salita mi muore d'infarto, se non beve...".
I sigari, naturalmente, restarono in macchina... loro due, noi tre, entrammo in casa, al fresco che fa sempre dentro casa mia. Andai a prendere l'acqua in una ciotola e dissetai il cagnino...
"E tu? Non posso offrirti nulla?".
Un sorriso infantile, brillando dagli occhi, mi trafisse come affilato stiletto.
"Una birra... se non è un disturbo... a casa mia è vietata...".
"Come sarebbe che è vietata? Che male ti fa?".
"Nessuno, ma mio marito dice che non va bene... lui è salutista fino alla nausea... io, invece, una birretta...".
Tornai con le birre, lei era più distesa, meglio, seduta sul divano, il cane si stava crogiolando ai suoi piedi, implorandola di non riportarlo fuori troppo presto.
"Belli i carlini, mi son sempre piaciuti tanto...".
"Davvero? I miei li allevano, i carlini... io sono il Resto del Carlino...".
"In che senso, spiega! A proposito, io sono Matteo...".
"Piacere, io sono Arianna... sono il Resto del Carlino perché mio marito era venuto da noi per comprare un carlino... io sono il Resto...".
"Capisco... ha fatto un blocco... un vero affare!".
"No, lui voleva solo il carlino, ma io ho insistito così tanto che alla fine ha preso anche me... ma l'affare mi sa che non l'ha fatto nessuno".
"Gran bel ragazzo, tuo marito... lo vedo spesso col cane...".
"Sì, bello e... noioso! Se tornassi indietro...".
"Che accade, siete così giovani... e così insoddisfatti? Io una moglie non l'ho mai avuta ma... non ci si dovrebbe annoiare così, con te".
"Ma lui non è mica annoiato: ha mille impegni, lui. Palestra, lavoro, politica, sport, TV... soprattutto TV. Sono io che mi annoio...".
"Siete sposati da molto? Tu sei giovanissima, venti, ventidue?".
"Io ventisei, ventisei anni... lui ne ha trentuno... sposati da un anno e mezzo, fidanzati per quasi due... ma lui era qui, io a Cesena...".
"Capisco, un po' di distanza, non vi siete capiti troppo bene... capita...".
"No! E' lui che è cambiato... prima aveva molte più attenzioni per me... ficcatomi l'anello al dito, finite le attenzioni... più nulla, peggio del cane".
"Racconta bene, che ne faccio un raccontino da mandare in rete, se non ti dispiace... sai, io scrivo, per hobby...".
Questo funziona spesso... chissà, magari... anche con lei...
"Davvero scrivi? Racconti d'amore? Io leggo tanto in internet, forse ho letto anche i tuoi... su che siti pubblichi?".
"Su parecchi siti... visto che ti piace leggere ti regalo un mio libro di poesie, così mi cerchi più facilmente, c'è un elenco...".
"No... troppo bello! Un tuo libro di poesie? Me lo firmi anche?".
"Certamente... ad Arianna e Jack, il cane si chiama Jack, vero?".
"Come lo squartatore... ma lui è così dolce...".
"Mai fidarsi dei troppo dolci... diventano velenosi, a volte...".
Adesso rideva, ci sarebbe stato da aspettarsi che non sarebbe mai uscita da casa mia. Come le diedi il libro cercò immediatamente i link dei siti, una sorta di segnalibri che mi ero fatto stampare a parte. Lo scorreva veloce, poi si fermò di scatto su un nome, un nome che conosceva bene, evidentemente...
"Pubblichi anche su RS? Lo sai che li leggo da anni i racconti di RS... adesso lui non vorrebbe, ma li leggo lo stesso, io... dice che non è etico... e chi se ne frega... ho... letto anche i tuoi, sai... silverdawn me lo ricordo bene... sono fra i miei favoriti... uno in particolare lo rileggo di continuo... L'affare, hai presente?".
Imbarazzato come poche altre volte in vita mia, la guardavo inebetito senza rispondere nulla, poi accennai a un sì...
"Peccato che non li posso stampare, che lui mi sgama... ma li leggo dal mio pc e lui non ci può entrare... prima di sposarmi mica era così! Solo dopo ha cominciato a farmi le paranoie... quando eravamo fidanzati mi scopava anche tre volte al giorno, se potevamo... già in viaggio di nozze, in quindici giorni, se mi ha scopata cinque volte sono esagerata... una me l'ha lasciata a metà, per vedere la partita in TV! Svelto è sempre stato, ma almeno finirle... quella volta sono uscita e volevo proprio farmi sbattere dal primo che incontravo, ma non ne ho avuto il coraggio... e dire che lì al villaggio c'erano almeno tre o quattro animatori che non vedevano l'ora... sono una scema, ecco cosa sono...".
"Ma no, dai... si vede che l'ami, che riesce a darti altro...".
"No, sono una scema e lui lo sa... non lo lascerei mai, sono contraria al divorzio... i miei si sono separati che avevo dodici anni, ci son rimasta troppo male... adesso anche mia mamma ha un altro compagno, quello dei carlini... ma io ho giurato che non divorzierò mai, e lui lo sa...".
"Puoi sempre... trovare un sostituto... con quel fisichino che ti ritrovi non è mica difficile...".
"Davvero mi trovi attraente? Non trovi che sia scialba, troppo...".
"Troppo sexy, per i miei gusti... se leggi i miei racconti, lo sai...".
"Effettivamente, le tue donne non sono mai troppo esuberanti, sempre un po' infantili, delicate, apparentemente in contrasto con quel che fanno...".
"Il divertente è lì, nei contrasti... se mi dai una email ti mando i racconti, anche prima di pubblicarli...".
"Facciamo prima: ho la chiavetta, scaricali qui dentro...".
"Mi aspetti qui, mentre li scarico?".
"No, qui ci lascio Jack, io vengo con te nello studio, sopra il parchetto, dove ti vedo sempre davanti al pc... voglio stare vicino a te mentre lo fai... mi parrà d'essere un po' più dentro i racconti, dopo...".
"Dentro i racconti? Ti immedesimi così tanto?".
"Tutte le mie voglie chi me le toglie, secondo te? Io da sola, mentre leggo... se aspetto lui che mi scopa solo il venerdì sera, se non usciamo, sto fresca!".
L'ho fatta accomodare in studio, mi son messo al pc, le ho detto di sedersi e lei continuava a guardarmi sorniona, sorridendo, mordendosi il labbro... ho cominciato lo stesso a scaricare e lei: "Scansati un pochino, fammi sedere qui, sul ginocchio...".
"Ma Arianna! Potrei essere tuo padre, dai...".
"Mio padre non scrive racconti erotici...".
Me la son ritrovata addosso, con la mia testa fra le mani che avvicinava la sua bocca alla mia, travolto da un bacio dolcissimo e perfido, lunghissimo e profondo, quasi fossero trent'anni che non ne dava e sessanta che desiderava farlo. Ogni tanto si staccava e mi sussurrava piano: "Scopami... trombami... fottimi... amami... prendimi... fammi godere...".
In un tripudio di contrasti che non aveva fine... e i sigari son rimasti in macchina altre tre ore, con Jack che, buono buono, senza dir nulla, dormicchiava in salotto, probabilmente aveva capito anche lui che Arianna ne aveva proprio bisogno... quando se n'è andata via, saltellando passi di danza, si girava di continuo a salutarmi, stringendo in mano la chiavetta con tutti i miei racconti... le avevo scaricato tutta la cartella master, per far prima...