La porta

 

Le scale.
Prima rampa, poi la seconda.
Poi due porte, quella di sinistra chiusa forse da sempre.
A destra. Invece.
Spingendo debolmente non si apre.
Occorre forzare.
Ruotare con decisione la maniglia rossa.
E' lucida come se fosse bagnata. O unta. Lucida ma non da riflettere la luce che filtra dalla piccola finestra alta alla parete fronteggiante.
Scivola il raggio fatto fascio, prima quadrato in prossimità del muro e del telaio, dove la luce stanca di battere al muro finalmente trova un passaggio.
Lì si incunea, parte quadro, la finestra sarà non più di un 40 per 40, è in realtà solo un vetro. Con un telaio nero che fa da cornice sul muro bianco latte.
Il quadrato carico di luce e di pulviscolo poi si allarga. Dalla quadratura del cerchio al quadrato che si fa sempre più tondo.
Nella penombra smussa gli angoli e arriva a battere sulla porta perfettamente tondo. Cerchio perfetto.

Nessuna serratura.
Nessun rumore oltre la porta.
Nessun rumore a salire dalle scale, nemmeno più l'eco in testa dei suoi passi.
La donna prova a forzare la porta, spinge la maniglia che non cede.
Carica di spalla e peso, ora è quasi sollevata nello sforzo su un solo piede d'appoggio.
Totalmente concentrata.
Forza e non riesce.
Alle sue spalle, due piani sotto i passi.
Fa che non siano loro.
Aumenta forza, spinta, torsione, livide le nocche sulla maniglia che scompare nel pugno serrato della piccola mano.
Dita lunghe, nocche evidenti nello sforzo, diafana quasi.
Cede.
Improvvisa a squarciare il buio oltre la soglia.
Un passo.
Il vuoto.
L'urlo a sfuocare quattro piani sotto, trascinata dallo slancio, la donna scompare nel vuoto.
La porta docile senza alcuna mano a guidarla torna a chiudersi da sola.
L'urlo è finito ormai.
Nel buio assorbito dal silenzio.
La donna giace scomposta al suolo. Quattro piani sotto.
Il sangue al buio è nero e la circonda lento a formare un cerchio, frenato dalla polvere di cui è cosparso il pavimento.
Oltre la porta, sotto, al buio. Nel silenzio.
Dall'altro lato della porta puoi sentire i passi, hanno ormai superato il piano, raggiungere il piano sopra.
Il rumore di un trapano che avvita la porta, identica, del piano superiore.
A chiudere la colonna dei nuovi ascensori.
In attesa che venga riempita di cavi e guide a muro.
Poi sotto. E sotto ancora.
Ad ogni porta un cartello.
Non aprire. Pericolo.
Chiuso per lavori.