Le vie del Male
Nel confessionale, nella Cattedrale, interno
giorno.
Saragoza, fine estate, strade accalcate di mercati, voci mischiate, turisti e
venditori, la città pulsa di sole e ombre ricercate al passo radente lungo i
muri.
La chiesa è una tenda fresca, nella calura e nella controra.
Nel confessionale un prete, assorto nei pensieri, nascosto dalla tenda nera,
aspetta nuovi fedeli al rito.
Macina di pensieri, il tempo dell'attesa.
La donna veste una gonna rossa, poco adatta quasi all'austerità del luogo,
probabilmente arriva dal mercato, è ancora giovane, bella, ora esce dalla
Chiesa. E alla panca di fronte alla cappella della Madonna Nera, raggiunge prima
di uscire una ragazzina spettinata, che dondola come se la panca fosse in
bilico, avanti indietro avanti.
La prende per la mano e la trascina quasi fuori. La bambina continua la sua
cantilena a bocca chiusa.
Scivolo di tenda e un viso oltre la griglia.
Un uomo siede, colpo di tosse, schiarirsi di voce.
"Padre, posso raccontare…"
Il silenzio è interpretato come un invito.
Almeno così lo coglie l'uomo, che con la voce in salita, dopo un inizio lento e
sottovoce, sempre più veloce srotola parole.
La chiesa è quasi vuota ora, il prete ascolta con routine distratta le parole
della confessione.
Non ha interesse per quei suoni, l'uomo lui lo conosce, ne conosce anche un po'
la vita, il quartiere è un paese.
Il sacerdote ascolta con distacco e con mestiere.
Nemmeno deve mettere parole, sue, a dare corso alle parole del vecchio. Il
vecchio parla, fino ad alzare la voce e obbligare il prete ad abbandonare il
pensiero della donna dalla gonna rossa che non aveva smesso di pensare.
In fondo alla chiesa, vicino alla campata dell'organo, alto e lucido di ottone,
quasi all'ombra della colonna moresca, due uomini e una donna sembrano pregare.
"..padre la mia vita è un inferno…"
Gli occhi dell'uomo sembrano luci nere oltre la griglia.
"Io non ho soluzione padre, non ho soluzione, che dio, se mai il vostro dio ha
avuto un cuore, mi assolva.."
Il prete pensa al dio che non si vede, non commenta, non esorta, non frena
nemmeno l'invocazione blasfema.
Ama la gonna rossa perché non è più un prete o non è più un prete perché l'ama ?
Nella sua testa ha solo questa domanda, non sente nemmeno la bestemmia, lei è
appena uscita, la confessione un gioco, un sotterfugio proprio nella chiesa per
una tonaca dall'orlo liso al pavimento e una gonna tesa sul culo di una donna.
E la bambina, quella terribile litania senza sosta, recitata in chiesa, che gli
rimbomba da mesi nella testa.
"Padre, mi ascolti!"
Il vecchio ha gli occhi accesi e alza la voce ancora un poco..
Al grido nel silenzio i tre della navata laterale, hanno un sobbalzo.
La giovane, donna, rossa in viso parla accalorata, sembra si scusi. I gesti sono
quelli di chi spiega, le mani porgono un involucro in cuoio nero all'uomo con la
giacca. Si alzano le voci nella discussione.
Le voci si mischiano nell'ombra.
Scivolano lungo l'ombra delle colonne gotiche, sotto le luci vermiglie e gialle
proiettate oblunghe dalle vetrate laterali.
Le voci si mischiano come la cera delle candele nella vasca di rame, fuse tra
loro, al moccolo, spente alla fine, tappeto di chiodi devozionali.
"E' l'ultima volta che lo faccio, Mario, l'ultima, basta. Ho paura, quasi questa
volta l'uomo scopriva."
" padre, mi ascolti, non ho altra via!"
"padre il male si ferma solo con la mano di dio, e se dio non ce la mette io
metterò la mia"
Alla navata l'uomo con la giacca apre il portafoglio marrone e sfila carte di
credito e soldi.
Il giovane coi capelli ricci prende il portafogli vuoto, gira intorno all'ultima
colonna, mette la mano nell'acquasantiera, non volta mai le spalle all'altare, e
uscendo, prima del segno della croce lascia scivolare nell'urna delle offerte
per la ricostruzione del campanile il portafogli vuoto. E una banconota da 5
euro sfilata dalla tasca dei jeans attillati.
"Maria Ines , tu ora torni al banco e ne trovi un' altro, ne serve almeno un
altro entro stasera, sceglilo meglio anche.."
"Mario, ho paura, la macchia sul seno si vede ora se tengo la camicetta aperta,
brucia, sento la paura addosso, mentre li accosto e li seduco. Perché mi hai
fatto quel ritratto.."
Una donna in nera scivola nella navata opposta. E' vecchia, trascina i passi, si
inginocchia e con la testa tra le mani, dopo aver acceso un cero scarlatto prega
e piange.
"Padre io uccido loro e dopo me stesso se non ci pensa lui ci penso io, padre mi
ascolta!"
Alza la voce e il mi ascolta rimbomba improvviso nel piccolo brusio di
sottofondo, nel brodo caldo di preghiere lacrime e discorsi sotto le colonne.
"Non dire cose contro la ragione e il cielo"
Il prete si alza in piedi nel confessionale, ora ha la bocca incollata alla
griglia , il volto dell'uomo rosso, piange senza sussulti, sfuocato oltre la
rete traforata a croci.
L'uomo guarda a terra, è in ginocchio.
"Mario la macchia sul mio seno è come quella sul dipinto che mi ha fatto ormai,
ho paura, brucia e fa male, lasciami andare a casa, cercami un dottore…non potrò
più trovare turisti col mio seno se lo dovrò coprire. Guardami il viso, ho
paura, sto male, lascia che mi curi o non porterò più nessuno drogato in quel
portone, chi segue una puttana di mercato col seno con le croste e gli occhi
rossi di paura?"
La donna in nero lascia i ceri, ne accende un altro prima di alzarsi e uscire.
Del suo passaggio lì restano i due ceri, uno bruciato a metà, l'altro nuovo,
l'odore di cera e di stoppino, l'alone sul marmo nero del calore delle
ginocchia.
"Padre…li uccido mi uccido, l'ho fatto in guerra contro i rossi, va fermato il
male, ho conservato il fucile...noi aspettiamo da anni…"..alza la voce ora e
quasi urla, in fondo alla navata l'uomo e la donna tacciono e si fermano.
Stavano quasi per accapigliarsi.
"Padre, li uccido, la mia è la voce del male!"
La voce del male rimbomba in mezzi ai marmi e agli odori della chiesa.
Il prete piange e ascolta la voce del male.
Il mio nome è Legione, il mio nome è Legione.
Il mio nome è Legione!
La bambina spettinata continua la sua cantilena a bocca chiusa, trascinata dalla
madre, culo rosso di gonna, a uscire dal mercato verso i quartieri popolari.
(esercizio di scrittura creativa su tema assegnato da Carlo
Lucarelli e Gianfranco Nerozzi - Incubatoio 16 (Strategie della Tensione)
- San Marino 27-31/10/2004)