La ragazza lo prese dal comodino, lo sfilò dal cassetto.
Se lo accostò alle piccole labbra, dopo averlo fatto correre lungo le grandi, aprendole e allargandole. Se lo spinse bruscamente dentro. Affondandolo nei suoi umori.
Con violenza.
Le piaceva essere presa con violenza, come le piaceva impalarsi da sola su quel grande fallo.
Lo sentì fremere, teso. Inarcarsi dentro di lei tra le reni.
Vibrando. Sempre più velocemente.
Se lo spinse con violenza sempre più dentro.
Muovendolo dentro e fuori dal sesso, pompandoselo dentro, a cosce larghe.
Piegò le gambe, sollevò le cosce, si puntò, sollevando le reni dal materasso e si prese così, agitandolo a soffocarle dentro a fondo per poi sfilarlo coperto, quasi colante del latte del suo piacere. Ne strinse la base, lo torse, lo ruotò, per accelerarne le vibrazioni e le convulsioni dentro il ventre.
Lo sentì diventare sempre più caldo e violento, prima che l’orgasmo la prendesse con forza inaudita, tenendoselo dentro soffocato tutto a fondo, piantato come un chiodo nella carne, a trasformare le onde di piacere in una esplosione e in un urlo delle sua gola. Venne.
Lo soffocò. Ne sentì gli spasimi dell’agonia dentro, godendone, contraendosi su di essi.
Convulsi, violenti, torcersi, impennarsi, rompendole il ritmo delle onde del piacere, prolungandolo, prolungandolo, prolungandolo. Il suo miglior orgasmo da sempre.
L’uomo si era spento, consumato.
Giaceva inerte sul lenzuolo, fradicio.
Trasformato dalla sua magia, era diventato poche ore prima piccolo, o forse é meglio dire grande: grande esattamente come un cazzo. Solo un enorme cazzo.
Infilato nel suo sesso, un dildo di carne, un cazzo con gambe, braccia,mani, lingua, denti, testa, bocca a muoversi tutto dentro. Snodato alle ginocchia e ai fianchi.
Per agitarsi meglio dentro, per rubarle le urla nell’orgasmo. Tenuto per i piedi nella mano stretta a guidarlo.
Circe pianse una lacrima sola.
Prima di andarsi a lavare, ripose con qualche rimpianto, nel cassetto, Ulisse.
Definitivamente, irrimediabilmente, inutilizzabile e rotto.
All’indomani si sarebbe scelta un nuovo marinaio, ne aveva altri sette, e avrebbe distrutto anche questo nuovo dildo. Rammaricandosene.
 
 
 
 
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