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Francesca (Bocconcini.g)
 

 

 

 

 

Chi sono.
Vivo.
Perché ho voglia di vivere
Amo.
Anche se non sono amata.
Odio terribilmente.
Sono me stessa.
Attendevo le domande di Faber con tutta quella curiosità, interesse, entusiasmo che da sempre mi contraddistingue.
Ma poi leggendo quelle richiesta, Chi sono/Dove Sono mi sono arenata sulla riva del mio essere.
Non mi racconto mai.
Chi mi conosce, gli amici, i familiari, sanno bene che amo ascoltare, ma se mi si chiede di me divento schiva, sfuggente e sul chi va la come un gatta che scruta la sua preda.
a

 

 

La femmina

In natura la femmina sa
come dare e ricevere
amore

Sfuggo.
“Sono quella che sono” come recita la poesia di Prevert.
Incarno perfettamente il detto “l’abito non fa il monaco”

Vivo in campagna, nelle Marche, in un luogo dove le distese di terra lavorata si intrecciano con l’azzurro del cielo e del mare.
Assaporo spesso l’estasi che mi provoca tanta bellezza.

Ho iniziato a scrivere alle elementari quando per puntiglio, orgoglio, sfacciataggine, mania di grandezza volevo emulare un amico di famiglia scrittore.
Scrivo perché già parlo tanto e se non mettessi tutte le parole, i sentimenti, le emozioni per

     

iscritto rischierei di uccidere chi mi vive attorno.
Scrivo perché è il mio modo di vivere, perché è quello che mi hanno insegnato fin da bambina, scrivo perché da sempre leggo tanto ed io non voglio essere da meno di nessuno.

Mi emoziona l’uomo che amo, un suo sguardo, mi emoziona la foglia che d’autunno cade, impotente e naturale.
Il mare, quando si unisce al cielo plumbeo, le notti di luna piena. 
a

 

Mi è sempre piaciuto sognare

 

Mi emoziona mia nonna che vicina a cento anni, mi sfiora una mano e mi chiede come stai.

Odio profondamente l’indifferenza.
Tutto il resto, spesso, deriva da uno smisurato senso di paura, che è poi richiesta d’amore, quindi di per se non odiabile, ma l’indifferenza è sciatta, meschina, pusillanime, odiosa...

I colori sono stati d’animo, rappresentano l’arcobaleno che

     

ho in me e che mai dovrebbe mancare nella vita di un uomo.
Assorbo, espando, implodo.
Dipende.
Con le loro sfaccettature, profondità, rotondità, sono i pensieri, le emozioni, il mio sentirmi viva e vitale in ogni situazione che, anche mio malgrado, mi trovo ad affrontare.
Amo le sfumature.
Il rosso, il nero, il blu.
Se chiudo gli occhi e mi vedo, mi osservo, posso dire che questi sono i colori che mi rappresentano di più.
Il rosso, non quello brillante, spavaldo, irriverente delle unghie laccate, ma quello morbido, avvolgente, dell’uva fragola, dolce, appetitosa. Quello con cui ho dipinto il
a

 

Assaporo

Assaporo il profumo
della brugmansia
non curante
dell’autunno alle porte
vibrano i miei sensi
al suo potente veleno
mentre foglie colorante
cadono
ormai morte
assaporo l’amore
che ho nel cuore
diffondo la mia
passione
nei mille colori
che ha la vita
veleno per l’anima
di chi
non sa amare

soffitto della mia stanza delle tartarughe.
Quella in cui di tanto in tanto mi ritrovo a pensare, a sognare.
Rosso come le mie lenzuola.
Il nero è il colore con cui mi vesto, sarà l’idea dell’eleganza, il pensiero che mi possa donare quell’aria di distacco ed indifferenza che non ho mai, ma più che altro, come negarlo, per la speranza che mi renda visibilmente più magra.
Il blu, mai potrei fare a meno del blu.

Seduta sulla mia sedia a dondolo spesso mi trovo sospesa fra quel cielo e quel mare che davanti a me si stendono infiniti e penetro con la fantasia, che mai mi abbandona, in quel blu, che fra

mille sfaccettature, si stende immenso davanti a me.
Il blu sono gli occhi di mio padre.
Amo la musica e senza rendere l’immagine riduttiva, dico tutta, ma se poi devo scegliere un cd, sono sempre i miei adorati Canti Gregoriani.
Cinque cose che valgono e cinque che non valgono.
Schemi nuovamente con questi odiosissimi modi di incasellare, definire, quantificare la vita.
Chiedo venia non so rispondere.
Eros perché in me Eros, che mai alcuna età mi rasserena come il vento del nord rosso di fulmini rapido muove così, torbido spietato, arso di demenza, custodisce tenace nella mente tutte le voglie che avevo da ragazzo Ibico Questo è Eros con le mille astuzie a cui sono pronti gli amanti pur di sfamare la loro bramosia d’amore.
Io non finisco mai, così come la mia scrittura che mi accompagna sempre.
Faber non mi ha chiesto se le pozioni che inserisco nei miei racconti “La saga sono io” sono vere, la mia risposta è si…..PROVATELE (con attenzione) !
 

 

 

 

La mia mail se voglio metterla qui: