XI   Riflessione musicale

 

 

ai margini del Fiume.

 

 

Nessuna Ipotesi, alcune parole, una canzone, e la storia di chi si lava lì, in una giornata di quasi sole.

 

                                                                          

 

                    

Fiume di fiume, su fiume, attraverso il fiume, oltre il fiume, là dove scorre il fiume, all'ansa del fiume, nell'acqua mobile immobile rinnovata rinnovabile del fiume.
Due gocce, mai le stesse, fiume di pensieri, fiume di parole, fiume dagli occhi a volte, a volte fiume rosso cuore.
Fiume che tronca foreste e si fa galleria, che inerpica rocce e spacca l'acqua in schizzi e schiuma.
Fiume, letto di tronchi a scivolare a valle, mossi e ordinati dal tuo lavoro e dalla tua corsa, motore senza bisogno di rifornimento.
Fiume che si divide, riunisce e poi divide ancora, gioca a lambire, imprigiona isole, città e persone, fiume nato per ospitare ponti e farsene ornamento.
Fiume fiumana estiva, fiume di impeto dopo il temporale, di molle curva sulla sabbia, di rombo nella gola, di salto alla cascata.
Dove la roccia piange verde di alga e l'acqua salta e si inabissa sotto su se stessa.
Fiume che conosce. I nomi. Le parole.
Fiume che lava, che si riempie della pioggia e dell'acqua nascosta nelle rocce, dove nessuno può vederla e lei si cela, sotto monti che hanno colore di lenzuola stese al sole.

Ecco, questo anche è Fiume, e queste le cose che una canzone, sempre la musica e le sue coincidenze strane, stamani, mentre il narratore cercava di ordinare documenti, idee e pensieri, mettere un filo a unire, coincidenza , caso o solo cosa, ecco la canzone.
John Hiatt, "The River Knows Your Name", lui suona la chitarra molto bene.
Nella canzone ci sono lacrime lontane che finirono nel fiume, una canzoncina che viene dall'infanzia e dalle voci familiari, qualcuno che si lava, il senso di una bella leggerezza ritrovata, lì, al fiume, la considerazione assai vera sull'unicità di gocce, persone e vie d'acqua.
E anche la sapienza di un Fiume che sa di chi si bagna oltre alla vita, persino il nome.
Ma in fondo questa è una canzone e quello un fiume. Di che stupirsi?

Queste le piccole considerazioni in un mattino, il primo con la città velata di nebbia.
ora svelata a disvelare quasi un sole.
Le strade silenziose della domenica, quando il suo respiro rallenta, passi verso le edicole, le chiese, le visite alle persone.
Persino le voci sono più basse, sotto la finestra aperta, più lente, come i passi.
Anche quello è un fiume.
Domani, dopo queste considerazioni generali sulla geografia emotiva dei corsi d'acqua, ritrovati i documenti e un ritmo di scrittura, elencazione e narrazione, ripartirà, non necessariamente da dove si era fermato, l'altro Fiume.
Non necessariamente perchè l'acqua non ha schemi. Da sempre li rifiuta.
Riesce a correre comunque, a volte, se la spinta è forte, riesce a correre anche in salita.....

Oh the river knows your name
And your tears falling like the rain
All around you suffering and pain
Oh the river knows your name

And the river hears you cry
As the lightning cracks the open sky
As your momma sings a lullaby
Oh the river she knows why

Let the river wash you down
Beneath the surface with a rushing sound
Like a freight train passing through a town
Let the river wash you down

Let the river take away
All the words you and I could never say
In the silence darling let us pray
Let the river take it all away

Oh the river she knows your name
From the brazos to the wabash to the Seine
No two journeys are ever quite the same
But the river knows your name
Oh the river knows your name

(a suivre)