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due piccoli
granchi neri (rieditato) |
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La spiaggia è incastonata tra lame di roccia
rotta dall’acqua e dal vento, inclinate sul lato.
Piccole pozze tonde, sparse, scavate da migliaia di anni,quasi a
caso, pentole colme d’acqua che sa di sabbia e alghe. Tre
conche, tra le lame scure e rotte a lato del piccolo golfo che
penetra nella terra. Sopra, erba alta e stradine.
Pitturate di ghiaia, con perizia di calligrafo, a seguire ogni
capriccio del suolo, della roccia e del terreno. Sull’altro
lato, un promontorio alto, scosceso. Franose le ripe, rotte da
vento e pioggia.
In alto, una casa bassa di mattoni e il tetto rosso piatto.
Erba, recinti, un gioco di pali e filo spinato. Muretti bassi, a
filo d’erba.
Tre cavalli pascolano. Fermi. Solo le teste sono vive.
Uno, il più giovane, corre. Senza motivo.
Sale a balzi, si inarca, oltrepassa varchi.
Si ferma. Guarda,gira il collo, a testa alta. Di scatto si
inalbera. Riparte.
A capofitto. Al dirupo. Alla palizzata. Al filo spinato.
Inventa e scansa ostacoli.
Gioca.
Riparte a capofitto, scrolla il capo. Gioca, felice del sole,
dell'erba e delle sue corse senza motivo.
L’uomo sulla spiaggia si gira a lato.
Lei è lì di fianco, stesa al sole.
Macchia di donna sull’asciugamano blu scuro.
Le carezza il viso, la mano corre al pezzo alto del costume, si
insinua e si infila sotto fino a farlo scivolare alto sui seni.
Il capezzolo si perde tra le dita e si fa chiodo.
La donna sfila il costume, il pezzo basso inarcando le reni.
L’uomo le è sopra adesso, a farle ombra.
Punta i piedi nella roccia e si infila nella piccola baia fresca
e bagnata.
La donna alza le reni al suo ingresso, a favorirne la salita, e
a dirgli, sali, il porto è questo, sali, io sono il tuo rifugio,
scavata da millenni come questa baia a darti pace. Sali e
dimentica la tempesta e il viaggio, sali e festeggia, corri,
riacquista il passo saldo a terraferma, ritrova la tua strada,
sali, sali.
L’uomo ha lo sguardo oltre il viso della donna. Oltre la testa,
lì, vicino ad una pozza rotonda, vicini tra di loro, due piccoli
granchi neri.
Camminano vicini, a lato, incuranti degli amanti. Vanno a
inabissarsi nella pozza, traballando sulle zampe sottili,
ticchettando nel silenzio sulla roccia.
L’uomo chiude gli occhi, alto, fermo nel ventre della donna,
avvolto nel suo sesso a sciogliersi lì dentro. Immobile,
puntando i piedi nella roccia raggiunge la donna nei pensieri.
Nella piccola pozza tonda i due granchi neri, incuranti di loro,
si infilano in una fenditura stretta e si celano allo sguardo
del cielo. |
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