Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

2.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  rientro a casa  (rieditato)  
     
  Rientrano la sera dal cinema.
Affiancati.
La strada luccica ai fari delle auto, rare, lampi.
Pozzanghere prendono luce e onda a quelle luci e a quelle ruote.
Sonia corre, alza la gonna per evitare gli schizzi delle scarpe.
Nella corsa, alla luce dei fari, Fabio ne scorge la falcata corta, ridotta dalla gonna stretta ai fianchi, le gambe magre e nervose. L'orlo delle calze che ha carezzato al buio al cinema, prima.
Col buio della sala a e la sua mano a esplorare sotto quella gonna stretta, a forzarla un poco verso l'alto, a cercare il punto esatto dove il pizzo rinforzato in alto si fa carne e coscia morbida e sensibile al tatto.
Sonia si appoggia al muro di un palazzo
Sotto un balcone.
La pioggia aumenta e fa velo alle luci.
Fabio si schiaccia contro Sonia .
Sonia aderisce come un manifesto al muro e accoglie Fabio al riparo.
La strada è deserta per la pioggia, solo qualche faro all'incrocio di auto che sollevano schizzi alti che nemmeno più vedi sotto il velo costante che ora ombreggia anche le cose più vicine.
Fabio di scatto gira Sonia. La prende per le spalle bruscamente e la volta contro il portone, sotto al balcone. Sonia non ha nemmeno il tempo di capire il gesto e la rotazione, brusca, a cui le mani di Fabio la obbligano, posate sulle spalle, di scatto.
La mano destra di Fabio si infila tra le cosce.
Sonia è incollata al muro.
La mano sale sulla gamba. Tira su la gonna che sale stretta sulle cosce.
Sonia vorrebbe allargare le gambe ma la gonna le lega.
La mano sale calda e il corpo di Fabio incolla Sonia al muro.
Sonia,, il viso schiacciato sullo stipite di legno e la mano attiva alle mutande.
Dura un secolo e un secondo al tempo stesso.
Il percorso della mano. Lumaca calda, con le dita larghe a crescere il contatto. E il brivido che sale.
Ora il polso é sul solco celato dal tessuto.
Sonia si morde un labbro e soffoca il rantolo nella gola.
Il polso sfrega e scosta e spinge e ruota.
La mutandina si scosta docile sotto la spinta.
Ora il polso è sulla fica.
Bagnato.
Che ruota.
Che spinge.
Che si lava i peli e bagna il polsino della camicia, un poco risalito sopra il polso, allargandola e scostandone le labbra.
Con la pressione forte e la torsione.
- Serra le cosce sul mio polso,ora -
- Stringilo che ti scopa -
Le ginocchia le cedono di schianto e sprofonda sul polso, serra le cosce e regala al polso una due tre contrazioni e l'umido vischioso.
Fabio le bacia il collo, dietro l'orecchio, la lava di saliva come lei gli lava il polso adesso.
Sonia gode.