Ebbene sì.
Nonostante l’età non fosse più quella di due ragazzini lei lo sfidò.
“ E’ Halloween, e voglio fare un gioco, ci stai? Secondo me ti conviene
pure – ammiccò maliziosa rivestendosi al mattino. Mutandine, maglietta
solo apparentemente ingenua, in punta dei piccoli piedi nudi con le
caviglie sottili come danzatrici si diresse verso la cucina per la
colazione”. Martina e Angelo vivevano assieme. Da poco.
E poi amavano davvero tutti e due quei loro piccoli continui giochi.
Di seduzione.
“Giù le mani” Martina si schermì quando Angelo cercò di stringerla a sé
davanti al tavolo su cui lei disponeva tazze, caffè e l’avanzo della
torta di ieri “non si tocca se non vinci il gioco di stasera”
“Ora ti do le regole. Rispettale.”
“ Tu prima di venire a casa bevi un aperitivo coi colleghi e torni alle
nove, non prima”
“ Entri in cucina, ti siedi qui sfili la giacca, apri la camicia, via
questa cravatta orrenda…”
Poi chiudi gli occhi e mi aspetti “
Per Angelo la giornata fu interminabile, soprattutto l’aperitivo.
E arrivarono le nove. Meno dieci. Attese in strada prima di salire a
casa, la sua. E di Martina da solo cinque mesi. Perché – se si gioca si
gioca come si deve – diceva lei quando lui barava.
Salì le scale, aprì la porta, Martina aveva lasciato la casa in
penombra. Cercò di interpretare gli strani e buoni odori che nonostante
la candela accesa in soggiorno aleggiavano nascosti.
Al tavolo sedette, via giacca e cravatta, qualche bottone aperto, lì in
cucina gli odori erano maggiori e la candela non si sentiva.
“Bravo, ora giochiamo” la voce di Martina alle spalle lo fece
sussultare.
“Per questo gioco devi usare sette sensi, o quasi…bastano i soliti
cinque, dai”
“Per questo ora ti bendo, e tu non ti muovi se no sei squalificato e la
vista sarà solo l’ultimo che userai, sarà IL premio se sarai il
vincitore”. Foulard di seta nera e via.
Ora l’udito, dimmi cosa faccio ora e su che cosa. Dei tac fittissimi,
lama su legno, odore di cipolla lieve, ma lieve. “Tagli erba cipollina?
O porro ? ” fu lo stupore di Angelo. In silenzio del tessuto leggero a
cadere sulle sue ginocchia.
“Annusa”
Odore di carne affumicata, spezie, pepe. ”E’ speck, vero?” rumore di
Martina in risposta affermativa. “Tocca” e Angelo che tenta di toccarle
il seno.
“Giù le zampe imbroglione” e lei ride. Gli guida la mano. La cosa è
ovale, ruvida, deve evidentemente essere lavata ancora… ma …”E’ una
patata?”
Rumore dal lato del tavolo di Martina.
“Ora apri la bocca, fin qui sei stato bravo”
“Di più”
“Di più, fammi le linguacce, se ne sei capace”
Martina gioca con un cucchiaio.
Sfiora le labbra di Angelo, schiva i tentativi della lingua di affondare
nel contenuto caldo e profumato che ne sale.
E’ più lei gioca più lui insiste, e più i profumi salgono alle sue
narici e li conosce. E la voglia del gusto si fa padrona.
Patata, porro. Una punta dolce e acre, panna acida di sicuro.
Erba cipollina aggiunta di sicuro a crudo, sa di prato a primavera.
Speck cotto a lungo dentro quella crema vaporosa e odorosa.
Di zucca. E zenzero!
Il cucchiaio e il gusto che disvela.
Gocce di crema densa, calda, saporosa. Colano sul petto di Angelo dal
cucchiaio che Martina gli ha lasciato raggiungere e avvolgere , ancora
bendato con le labbra.
“Minestra di zucca” è uno strano grido di vittoria. E ridono entrambi.
“ E ora la vista” mentre lo sbenda.
Lui con il petto un poco arancio a gocce, la camicia che necessita un
candeggio.
Lei.
Lei, con il grembiulone legato dietro, come ama in cucina, il fazzoletto
come usava sua nonna quando lei era bimba, buttato sulle sue ginocchia.
Il premio della vista (e non solo quello) poi è storia loro, non sarà in
cucina ma altrove e solo dopo quella cena. Non c’entra nulla con
Halloween, ma con la vita, l’amore, la felicità e la voglia di giocarla.
Prima che a mezzanotte un gioco, magari, torni, per fare un dispetto,
proprio in quella notte, ad essere, ancora, solo una zucca.
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E ora la ricetta:
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RICETTA MINESTRA DI ZUCCA
( per 4/6 persone)
1 KG. DI ZUCCA MANTOVANA MONDATA E LESSATA A VAPORE
1 PORRO TAGLIATO SOTTILE
1 PATATA LESSATA
1 CUCCHIAINO DI ZENZERO IN POLVERE
1 DADO VEGETALE
50 GR. DI SPECK TAGLIATO A DADINI
PANNA ACIDA
ERBA CIPOLLINA DUE CUCCHIAI |
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Porre la zucca lessata, la patata, il porro, in una casseruola e coprire
di acqua. Portare ad ebollizione e far cuocere per circa mezz’ora.
Frullare con un frullatore ad immersione fino a raggiungere una
consistenza densa ( se troppo densa aggiungere ancora acqua). Aggiungere
lo speck a dadini e far cuocere per altri dieci minuti. Spegnere e
aggiungere lo zenzero. Servire con un cucchiaino di panna acida posta al
centro del piatto e con erba cipollina in superficie. |
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