Zeena. La terza foto

 





Nascosta, appallottolata, quasi stracciata, celata allo sguardo, sepolta sotto la polvere e il grasso della stiva.

    Zeena dorme e non sa che l'ho trovata.
Anche questa.
Zeena dorme con la scheggia affilata a pugnale, un pezzo di elica di turbina che avevo lasciato nel disordine della stiva, serrata tra le mani.
Se si svegliasse prima ancora di aprire il giallo degli occhi a scoprire se è attacco o altro, la scheggia l'avrei già piantata nel costato, a spaccarmi come pesca matura il cuore.
Ma ho passo silenzioso.
Mano salda nel toccare e prendere, mano di ladro avvezza al silenzio e allo scatto.
E so farmi ombra tra le ombre alla luce dei relais.
L'uomo grande che si fa formica e punge.
Che si china sulla carta accartocciata a fianco di Zeena e la sottrae e poi da solo la apre e si pone altre domande.
Zeena.
Che non ha sentito il corpo, la mano, il gesto ed il ritorno alla luce del Capitano.
Zeena che non ha tirato la stoccata al cuore del ladro lesto.
Se mi fossi girato, però, dopo, uscendo, avrei visto il sorriso negli occhi gialli aperti di Zeena, accompagnarmi fino al portello....



 

 

(tavola di T.Liberatore)