Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

10.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  i più pensavano alla bomba  
     
  Anche quella volta i mistici invece dissero che sarebbe stato Dio, a porre fine a ciò cui aveva dato vita. In un tempo di cui nessuno, mai, aveva saputo dare inizio, prima della prima alba.
Che lo avrebbe fatto per punirli di secoli di vizi e immoralità.
Avevano interpretato di volta in volta gli aruspici, o i biocomputers o le profezie antiche, e per sei volte nei secoli si erano sbagliati nel predire l’ultima alba. Sei volte c’era già stato chi si era agitato e aveva agitato gli animi parlando della fine del Mondo, di come sarebbe stata. E soprattutto del quando.
Ogni volta, la prima fu tremila anni fa all’incirca, poco prima del Mille, inventarono un come e soprattutto un quando, su misura per l’epoca, in cui dare sfogo alle loro paure. La peste. La catastrofe naturale, i vulcani. La Grande Guerra Atomica.
La collisione. Il buco nero, la guerra con gli abitanti di Alpha 3221. La malattia silente venuta dallo spazio. Per ben sei volte, poi arrivò la settima.
Impauriti e scettici si contesero le ribalte dei media.

Quando inciampò nel filo fu la settima volta, da quando gli aveva dato inizio.
Che spense il Mondo.
E fu la fine.
Anche se nemmeno questa volta aveva intenzione di farlo, e inciampò solo perché era diventato presbite, col tempo.
Riagganciò il filo, un po’ irritato, perché non ne aveva proprio voglia, di una settima riedizione di quel film, sempre sullo stesso tema. Ma doveva farlo.
Così le mani corsero alla spina e cercò la presa perché tutto potesse riprendere nuovamente.
A correre. Dall’inizio. Daccapo.
Attese solo un attimo di troppo, accostò la spina esapolare alla presa, capovolta e allora gli tremarono le mani. Dopo un paio di falsi avvii e di sussulti questa volta nulla si riaccese.
Sotto, sopra o intorno.
Indispettito uscì. E si fece polvere di stelle. E andò a cercare un nuovo gioco da inventarsi per superare la noia della solitudine e dell’immortalità cui era costretto.
Per superare così almeno altri centoduemila anni alla meno peggio.
Nuovamente.