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le déjeuner sur l'herbe |
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Si chiese seduto al tavolo perché nemmeno
avesse in fondo fame.
E perché succedesse quasi sempre così.
L’uomo e la donna amavano mangiare insieme. Si raccontavano di
cibi, lei sapeva cucinare, lui si arrangiava a farlo
discretamente.
Progettavano a volte il ritorno qualche ristorante o trattoria
che li aveva già visti commensali e nell’attesa di una nuova
visita lì insieme, si scambiavano il sapore di cibi conosciuti.
Bastano poche parole ad evocare sapori conosciuti e condivisi.
Desiderandoli ancora.
E loro sembravano tornare ragazzini parlando e scherzando di un
torta, di un vino, dell’eco di una salsa di ortiche. Fino ad
averne infinita fame.
Poi, come allora, seduti al tavolino in fondo al piccolo
giardino, il primo tavolo dopo la scala, seppe, ancor prima che
iniziassero, che come ogni volta avrebbero mangiato, a sazietà,
mangiando poco. Di gusto, perché amavano entrambi i sapori.
Ma come sempre poco, meno di quanto avrebbero mangiato se non
avessero fatto pranzo insieme.
Eppure erano entrambi amanti dei sapori, delle piccole
perfezioni, dei cibi e dei vini e ne erano anche golosi.
Come quella volta che frequentarono uno stesso ristorante in
tempi differiti, perché il secondo a andarci era alla ricerca
dell’impronta dei sapori che l’altro lì aveva trovato,
raccontandoglieli. Sapori di cibi, di atmosfere, di luci, magie
minute e colori.
Di calore.
E poi si scambiarono una foto.
Anche tu eri a questo tavolo vero?
Però mangiavano davvero poco. Almeno insieme, era così.
Si perdevano nei sapori perfetti di mille piccoli bocconi. Lei e
lui sbocconcellavano, nella giornata dopo la notte di tempesta,
l’aria e il cielo che sembravano nati esplodendo da uno squarcio
di acqua e tuono, un grissino o un po’ di pane. Come se la
ricerca del sapore facesse di mille schegge sazietà da solo.
Insieme mangiavano e godevano del cibo solo per quello e per
quanto alla fine davvero loro ne serviva.
Seduto al tavolo ordinò. Lei ordinò e lui pure.
Si scambiarono assaggi dai piatti. Due di carne e due dolci.
Mangiarono a piccoli bocconi, come si mangia, eppure nessuno dei
due credeva in dio, una comunione.
Sazi prima che del cibo dello squarcio del cielo dopo il
temporale e della vita. Sentendosi liquidi, come quel fiume che
correva in silenzio, dopo aver lavato valli e montagne, davanti
a loro. |
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