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Mise le immagini
della sua vita una sull’altra. Ne seguì il percorso. Seduto al
tavolo nella casa da cui lei era uscita con le valigie fatte in
fretta e furia. Rivide il loro incontro, le prima uscita con gli
amici. La prima volta che aveva scoperto l’intimità umida e
calda del suo corpo. I cieli e le notti di dieci estati, dieci
inverni. I viaggi. I primi litigi, mesi dopo. Il primo
tradimento. Il secondo. Il terzo. Rivide il tempo vissuto tra
luce e buio. Amandola. Male probabilmente. Rivide lei con lui.
Poi lei a terra mentre stava colpendola, tradito, questa volta
lui, e non viceversa. Fu allora che diede un pugno sul tavolo,
alzandosi con gli occhi lucidi.
Sul tavolo, la donna di cuori. Sopra ogni altra carta. Nel
crollo del suo castello. |
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