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Vide mille
interrogativi e domande negli occhi di lei ma non rispose. La
carezzò il viso. Si perse con le dita nelle onde dei capelli di
lei, pettinandoli lentamente in una carezza. Ci affondò il volto
e ne cercò l’odore di pulito. Baciò le labbra, accostandosi alle
sue, chino, le chiuse in un bacio lento, quasi infinito. Leccò,
scostandosi dalle labbra, le due gocce di sangue uscitele dal
naso dopo che prima l’aveva colpita con la stessa mano al viso,
schiaffeggiandola con rabbia. Ebbe una lacrima sul suo viso, al
sapore dolce delle gocce. E al ricordo delle lacrime di lei,
quando l’ira l’aveva rapito. Portò le mani al viso di lei e lo
fece avvicinare al suo, abbassò lo sguardo davanti alle domande
che lei non smetteva di porgli, mute, con gli occhi. Poi sollevò
la testa e la mise nel sacchetto della Coop. E la ripose in
frigo.
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