Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

27.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  la gatta sul tetto che scotta (tema AL CINEMA, micro racconto in dieci righe)  
     
 

Non so se Brick amasse Maggie veramente. So che amò il whisky, e visse in mezzo a mille dubbi, e angosce. Che ebbe un padre, Harvey “Big Daddy”, che ci mise quarant’anni - ma era un vizio di famiglia? – a scoprire di amare il suo di padre (“io amavo quel vagabondo”, disse). So che Maggie amava Brick il depresso, lo storpio che non corre più e che salta solo le ombre. Che amava come ama una gatta, e che forse,forse ma forse – ne dubita Brick da sempre – lei amò anche Skipper, l’amico di Brick. Ma so che se il film l’avessero girato ora, altro che Gatta, Gatto! Brick si accosterebbe a Skipper, e gli direbbe “"Maggie, ops… Skipper, mio gatto, vieni qui, facciamola finita con le bugie e coi bugiardi". E lo bacerebbe.