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Strisciò tra il muro
e la porta socchiusa. Inarcò la schiena per farsi più sottile.
Passò radente al muro contro la tappezzeria di seta,
sfregandosi, quasi avvolgersene nella notte della stanza.
Tradito solo dalla luce, sottile come una lama. Elettrica,
gialla, la sua pupilla. Si mosse con grazia, sfiorando i
soprammobili, senza farne cadere alcuno a terra. Uno slalom al
buio, una magia. Tra mille oggetti la cui rottura sarebbe stata
certo un vero danno. Nessun rumore, come volasse sul velluto,
nella stanza. Nemmeno il suo respiro tradiva la sua presenza
quando andava in caccia. Si accorsero di lui solo al mattino,
quando era ormai lontano. Col sacco dei gioielli. Il Gatto.
Aveva vuotato un altro appartamento, quella notte.
(omaggio a Caccia al Ladro, di Alfred Hitchcok)
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