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Il portiere in tivu saltava, nevrotico, per
paura del calcio d’angolo e fu allora che l’uomo, guardandolo,
capì. E così decise.
Nell’angolo per punizione. Nell’angolo, le spalle al muro,
quando lei scoprì dell’altra. All’angolo il pugile col volto
sanguinante e gonfio. Nell’angolo quando la sua ragazza, il
primo amore, lo tradì tre volte col suo miglior amico. Messo in
un angolo al lavoro, da chi lo aveva scavalcato senza merito
alcuno. L’angolo della squadra da disegno, persino. Piantato,
spigoloso, duro, perfetto per ferire, nel palmo della sua mano
di bambino dal suo migliore amico in un impeto di ira. No.
Basta, decise. Niente più angoli, voglio una casa tonda, che non
punga, non ferisca, non urti, sia morbida. Senza angoli, spigoli
o punta alcuna. E se la fece costruire.
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