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Non sapeva se sarebbe potuto resistere. Già
all’idea gli mancava l’aria nei polmoni. Che nemmeno da ragazzo
al mare ci riusciva. E ora non ne aveva nemmeno più l’età, i
capelli grigi non si adattano a giocare col respiro e con
l’apnea. Ci aveva provato al mare, con la maschera, ma i
polmoni, la testa e il cuore scoppiavano subito e doveva
respirare. Colpa di troppa vita vissuta e di notti passate con
una sigaretta sempre in mano, quando pensava e scriveva. Di voli
senza paracadute, di sesso, di passione e d’amore. Le avventure
di un amore. Così, quando lei gli chiese tempo e silenzio, e si
dette una settimana per pensare, lui si sentì morire. Silenzio,
non una voce, non una parola scritta. Lui tirò il fiato, entrò
in apnea, e sperò, questa volta, di non morire.
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