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Il primo lo uccise
perché gli era inciampato nel piede e lui aveva le scarpe nuove.
Il secondo perché aveva un occhio azzurro e uno verde e di uno
così lui non si fidava. Al terzo tagliò la gola radendolo, ma la
colpa fu sua, li chiamava “negretti” e lo fece irritare. Il
quarto fu per errore. Succede. Il quinto lo soffocò in treno.
Gli si era addormentato addosso. E oltretutto puzzava. La sesta
fu sua moglie, per zittirla, non taceva mai quando lui leggeva.
Investì il settimo, ogni giorno parcheggiava nel suo posto
riservato in ditta. L’ottavo perché pioveva, lui era senza
ombrello, ma l’ottavo ce l’aveva. Il nono perché aveva un
tremendo mal di testa. Quando vide il suo libro nascosto nella
sua borsa la uccise. E fece dieci. I Delitti Perfetti di Max Aub
erano fuori catalogo da anni. Lei non doveva. No. Davvero non
doveva. |
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