Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

4.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  il fazzoletto blu (pubblicato in "365 Racconti")  
     
  Trovai il foglio nello strappo del sellino della bici.
“Ti scoperei subito, sono quella che ti fissava al bar prima, tu al banco, io al tavolino. Domani, all’entrata del parco. Cadorna, alle nove, se mi vuoi”
Fui incerto solo un attimo, se andare o meno.
Da quando col coprifuoco erotico era stato vietato il sesso non onanistico, praticarlo in due o più era diventato pericoloso, e al tempo stesso così terribilmente eccitante che nemmeno mi stupii del messaggio esplicito e voglioso di quella puttanella, né ebbi dubbi dopo un solo attimo circa il da farsi.
Alle otto scendevo dalla linea 8 della metro in Cairoli. Deciso ad arrivare a piedi prima dalla sconosciuta e poterla guardare di nascosto per decidere il da farsi.
Aveva di certo notato, lei, al bar, la vistosa erezione chimica che sfoggiavo sotto i jeans scoloriti sul pacco. E il fazzoletto blu che usciva dalla tasca posteriore, il segnale segreto della setta degli irriducibili che, sfidando il trattamento di de-libido, segnalava a chi ne conosceva il senso il loro desiderio e la loro voglia di sesso.
La vidi subito.
La gonna cortissima. Seduta sulla panchina lasciava intravedere cosce ben tornite e scure oltre le calze che occhieggiavano dalla mini.
“Certo che osa” pensai.
La camicetta aperta fino a mostrare l’ombra del seno, il solco tra le coppe serrate dal tessuto nero che spiccava malizioso. “Certo che non vuole lasciarmi dubbio alcuno” mi dissi.
All’ora in cui presi posto con lei sulla panchina non c’era quasi gente al parco, l’orario di lavoro ridotto dopo la crisi del 2020 faceva sì che fino a mezzogiorno tutti lavorassero e solo dopo tale ora si vedesse gente in giro per le attività sociali e culturali del Programma di Rinascita . Non disse nulla, quando le infilai la mano tra le cosce.
Né quando cominciai a baciarla spingendole la lingua al fondo della gola come un serpe.
Né quando le mie dita scostarono il pizzo allo slippino, oltre le splendide e quasi obsolete ormai autoreggenti. Fu quando infilai le dita nel taglio umido che portò le mani sotto la gonna, per scostare le mie, pensai.
Le manette scattarono all’istante, sincrone.
Si ricompose alzandosi e esibì il distintivo della Squadra Antisesso.
Fu allora che vidi l’altra avvicinarsi. E la poliziotta baciarla golosamente sulle labbra.
La barista.
“E brava Viola, puttanella. Ancora tre maschietti, mi promuovono e straccio il tuo verbale”
Devo ammettere che mi eccitai tantissimo.
Quando si toccarono i seni, davanti a me, prima che il cellulare mi caricasse.