Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

49.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  I capricci degli interruttori (tema "La fine", micro racconto in dieci righe)  
     
 

Com’è difficile spegnere un pensiero. Clik.
Nel buio inciampi nei suoi mobili. Nell’orlo dei suoi tappeti. Picchi con la caviglia nello spigolo del letto e ti fa male. Ritrovi, sbattendoci contro, tutte le cose che prima di spegnerlo sapevi dov’erano, erano familiari, la tua vita, li amavi. E ora devi camminarci facendo lo slalom cieco, cercando di non cadere e farti male.
Se pensi ad altro ci inciampi, e apri gli occhi all’improvviso. E esci dagli altri pensieri in cui ti eri rifugiato. E ci riprovi, clik. E inciampi ancora. Schiacci e schiacci il tasto. No.
Buffa cosa gli interruttori, puoi spegnerli tutti e due, ai due lati del corridoio, ma non puoi impedire che si riaccendano da soli. Vero?