Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

50.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  La Grande Ammucchiata, unico volume, Faber (terzo ripiano, quarto scaffale, codice 111.2224.54545.6)
(tema "L'orgia", micro racconto in dieci righe)
 
     
 

Il primo fu Jack Kerouac. Con una mascherina rosa. Arrivò dietro alla Tamaro, vestita da pantera, le posò le mani ai fianchi , poi tastò sotto e quando non trovò nulla scappò inorridito. Sulla scrivania Virginia e Tostoi. Lui coi peli della barba le solleticava il pelo e lei rideva, dio come rideva. Sotto il bancone un treno. Davanti, la locomotiva. Pasolini. Dietro, non si capisce come fossero agganciati, Grazia Deledda, dietro di lei, vagoncino del carbone, Moravia che pompava così forte da spingere lui locomotiva e vagone. Attonito li guardava l’ultimo lettore rimasto chiuso dentro per errore: li aveva visti saltar giù dagli scaffali. Ora li vedeva contorcere, mescolarsi, gemere, mugolare, godere. Fu il più sfortunato. A lui toccò in sorte Paperino, uscito dalla emeroteca nella stanza a lato. Fatelo voi, del sesso orale, con uno che ha un becco arancione!