Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

56.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Così è se vi pare
(tema "La Regina", micro racconto in dieci righe)
 
     
 

No. Non lo era. Non così bella. Non la regina che lui dipingeva. Non sapeva giocare a carte con i cuori, perdeva. Non volava. Non poteva. Nemmeno ardeva, se non c’era lui a darle fuoco. Non lo era. Sfogliò i calendari, avanti e indietro, seduto in mezzo al prato dove con lei sedeva. I giorni andati erano diversi ora. Forse quel tea speziato che con lei beveva…, si disse, sistemandosi il cappello sotto il sole. Quando gli scendeva di lato era buffo e lei ne sorrideva. Ma era vero? O non lo era? La cosa certa che ricordava era il suo compleanno, l’ultima volta che si sorrisero davvero. Oppure non lo era, era il giorno dopo, quando urlarono ancora. Non era una regina, no non lo era. Il Cappellaio allora si alzò e tornò da questa parte dello specchio. Lasciò lei al cricket coi fenicotteri, nell’unico posto in cui lei fosse vera. Oltre lo specchio, prigioniera.