Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

68.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Ti telefono o no
(tema "Maledetto telefono, ti butto", micro racconto in dieci righe)
 
     
 

“Ti telefono o no, ti telefono o no. Ti telefono o noooo” Bella domanda vero? Se solo ci riuscissi, se potessi, sì lo vorrei. Ma non ci riesco, sono bloccato. Oltre ogni mia volontà, non posso. E non è una questione di dignità. No. Nemmeno di volontà. O di pudore. Nemmeno. E’ che non posso, lo vorrei davvero, lo farei, amore. Sono qui in auto e lo vorrei, vorrei prendere il cellulare e chiamarti, dirti di raggiungermi, subito, in fretta, ora, di venire qui, porre fine al mio tormento. In pochi minuti potresti raggiungermi e liberarmi da ogni affanno. Tu. Entreresti dalla porta del garage, ti vedrei arrivare. Scioglieresti i miei polsi che ha legato al volante tuo marito, spegneresti il motore della mia auto. Sfileresti il tubo di gomma che entra con gli scarichi dal finestrino. “Quest’amore è una camera a gas,…”