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Ricordi ogni
dettaglio. Delle giornate. Ricordi i suoni, i mobili della casa,
quel tavolo ingombro di mille cose. Potresti riordinarlo ad
occhi chiusi. Ancora ora. Ricordi cosa mangiaste quella sera
prima di salire, unici clienti dell’albergo, nella stanza, per
scivolare dentro il letto, nudi. Ricordi un marciapiedi,
camminavate scostati, nella città in cui eri clandestino, e i
discorsi, poi vi fermaste a fare quelle foto. Ricordi? L’odore
della tintura nera dei capelli sulla nuca di lei “che gli anni
passano e bianchi ne ho anche io” diceva, quando le baciavi e
mordevi il collo e cercavi quella cicatrice con la lingua. La
scatola dei filtri, quella delle cartine. Il sapore dell’erba
sulle sue labbra dopo. Ricordi per mesi. Poi ti passerà, il
tempo, sai, ti dici. Come tutte le altre volte, prima di ora, ti
concentrerai su altro. Sì, il tempo. Ma nemmeno tu, ora, ci
credi. |
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